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Roma, dati nascosti e poca trasparenza sul caos Circo Massimo: città in pezzi

Davide Vecchi
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Il concerto di Travis Scott al Circo Massimo lo scorso agosto scatenò un’aspra polemica tra Campidoglio e Parco archeologico del Colosseo sulla necessità di tenere ben distanti dall’area concerti simili. Il Comune di Roma difese la scelta con forza. Ora però le polemiche sul rumore e vibrazioni insostenibili si sono tradotte in dati non confutabili: l’Ingv ha certificato che quel concerto ha provocato danni permanenti alla torre della Moletta, edificio di origine medievale del complesso archeologico. Un’altra serata con quelle vibrazioni, in pratica, e crolla. I deleteri effetti del concerto e i rischi sono stati comunicati al sovrintendente Claudio Parisi Presicce che, a quanto abbiamo accertato, ha risposto stizzito intimando la sospensione dei rilievi. Scelta diametralmente opposta a quella logica: di fronte a un rischio simile una sovrintendenza dovrebbe intensificare gli accertamenti.

 

 

Presicce, contattato telefonicamente, ha detto di essere in attesa di ulteriori approfondimenti, ha negato di aver sospeso le indagini ma si è rifiutato di comunicare i nomi di chi le starebbe compiendo. Eppure la trasparenza deve essere totale. Invece si nasconde ai cittadini il tutto. Mi chiedo se il Campidoglio ha come priorità la tutela dei beni archeologici oppure li usa per fare cassa con eventi dannosi per il patrimonio della città.

 

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