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Paragone inchioda Schlein: dal clima alla Rai la propaganda Pd non attacca

Gianluigi Paragone
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Qualunque fosse il rimedio post sconfitta elettorale saràinutile: al Pd non servono rimpasti in direzione o conclavi, serve il tasto reset ed è una scelta che nessun dirigente prenderà mai perché, per quanto leggerino, non si sega il ramo dove si è appollaiati. Come dimostra il video della Schlein. Sono anni e anni che il Pd perde ma sono anche anni e anni che, nonostante le sconfitte, inciucia, governa, pontifica. Poi riperde, re-inciucia, rigoverna e ripontifica. E questo, alla gente normale, sta tremenda sulle scatole (e mi contengo verbalmente per buona creanza): il Pd sta profondamente antipatico perché è scorretto, presuntuoso e vigliacco.

 

Non c’è granché da ragionare: quando pensi di avere sempre ragione e ti ostini a gridare di avere ragione alla fine stai sulle palle e la gente normale appena può ti punisce, com’è giusto che sia. Il partito che doveva nascere per compiere un salto di qualità dall’esperienza delle formazioni nate post Pci e post Dc, alla fine resta un partito di apparati, incapace di rappresentare un pezzo di società popolare perché al popolo non capita mai di cadere sempre in piedi come succede a lorsignori. Finalmente stanno venendo a galla - con calma per carità- le verità sulla propaganda green e sull’impatto che avrà sulla gente normale: insomma costerà un occhio della testa e non modificherà nulla sulla fantomatica emergenza climatica.

Il Pd e i suoi uomini di riferimento li trovi sempre e soltanto nei piani importanti, nei piani alti, dove si discute per tesi, convinti che il popolo vada guidato. Il casino scatenato sulla Rai è figlio della paura che costoro hanno circa la possibilità di perdere un canale di propaganda che considerano roba loro, che gli spetti quasi per diritto consolidato. Ci voleva Michele Santoro a rinfacciarglielo. Lo stesso vale nella macchina dirigenziale dello Stato, dove gli uomini e le donne che contano sono convinti che quel pezzo di Amministrazione sia loro e serva per cambiare il popolo. Idem ai vertici della finanza.

 

Il Pd non riuscirà a compiere alcuna metamorfosi politica perché è impregnato di supremazia concettuale. Oggi ridiamo delle pagine che l’attrice Chiara Francini ha dedicato agli snobisti di sinistra, ma ci dimentichiamo che già Giorgio Gaber- il più grandeaveva messo il dito nella piaga. Cosa fece la sinistra? Lo rigettò. Tutte le volte che dal suo campo qualcuno invita alla coraggiosa presa d’atto del «peccato originale», non vi è altra risposta che la ripicca stizzita. Non capisce nulla Massimo Cacciari, nulla Luca Ricolfi (che glielo scrisse senza troppi giri di parole) e persino nulla Federico Rampini che vergò «il Tradimento».

Sono anni che i lavoratori ormai guardano al centrodestra per la soddisfazione di una esigenza di sicurezza che tiene assieme il lavoro e il presidio delle vie. A sinistra lanciano allarmi di fascismi e di dittature, eppure per la gente comune questa deriva fascista non c’è. Ci sono ben altri problemi: quartieri senza servizi e senza presidi, lavoro poco tutelato, banche indisturbate anche quando il cliente, per lo più un piccolo imprenditore, diventa una preda.

Per non dire della fascinazione totale che nel Pd c’è verso l’Europa, i Soros, i Bill Gates, il globalismo, le Big Tech: davvero pensate che gli elettori possano sentirsi rappresentati da costoro? Davvero la Schlein pensava di incassare al momento del voto solo perché era andata da Fazio e da Cattelan e si faceva intervistare da Vogue? Non è un problema di comunicazione ma di cose da dire. Lì non ne hanno.

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