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Schlein fra armocromia e patrimoniale: ecco la tasse-cromia

Santi Bailor
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Più colori per tutti, cadenzati sulla carnagione o sullo stato d’animo di ognuno. Ma anche più tasse per tutti (o quasi). C’è qualcosa che non va nel Partito democratico, la principale forza di sinistra e di opposizione in Italia, che ha scoperto di recente - grazie alla sua leader Elly Schlein - l’armocromia. Ovvero l’analisi che mira a individuare le tinte dei capi di vestiario e dei cosmetici per armonizzarle con la carnagione della pelle, col colore degli occhi, delle labbra e dei capelli, per valorizzare l’aspetto della persona. Quello che non va nella sinistra non riguarda i colori e le sue metafisiche - ognuno le declina come vuole - ma le tasse.

 

 

Sì, perché il Pd oltre all’armocromia sembra avere una certa attrazione per la tasse-cromia, ovvero le tasse d’ogni colore. Tasse che in Italia sono alte assai ma guai se il centrodestra prova ad abbassarle. La Lega sulle tasse da ridurre insiste da tempo. Silvio Berlusconi si era persino inventato uno slogan efficace, meno tasse per tutti. La destra e Fratelli d’Italia sono per la riduzione fiscale. Oggi, che il governo Meloni (dopo che il centrodestra ha vinto le elezioni) propone il suo programma di riduzione fiscale, apriti cielo. La sinistra evoca la patrimoniale.

 

 

Viene spiegato che i ricchi devono pagare e via discorrendo. Come se il problema fiscale riguardasse solo i ricchi. Sbagliato, riguarda anche il ceto medio e meno abbiente, cui le tasse van ridotte perché liberando ricchezza si libera danaro e quindi si facilita la redistribuzione. Quest’idea da stato sociale del Novecento, far piangere i ricchi per fare un poco sorridere i poveri, è sbagliata perché fuori dal tempo. L’evasione, certo, va combattuta con tenacia. Sul resto serve però una riforma fiscale radicale che liberi il lavoro (e i redditi) da una parte dei troppi balzelli che lo gravano. Chiamiamola libero-cromia.

 

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