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La verità sui danni creati dai vaccini vale meno dei diritti Lgbt?

Gianluigi Paragone
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Non c’è niente da fare, si può parlare di tutto in Europa tranne di quel che sarebbe importante sapere. Si può attaccare Orban e le sue leggi in difesa della famiglia che a Bruxelles trasformano e interpretano come anti-Lgbt. Ovviamente chi non prende le posizioni della Ue contro Orban diventa cattivo come Orban. Tant’è che il governo Meloni è per proprietà transitiva come il governo ungherese, solo perché continua a opporsi alla narrazione incline alla maternità surrogata. (Ministro Roccella, vada avanti! ) L’Europa non vuole discriminazioni, dunque. E dà battaglia in difesa dei diritti. Che bella questa Europa così pugnace quando in ballo non ci sono interessi che scottano. Tanto per dire, come mai l’Europa non vuole sapere chi ha sabotato il gasdotto NordStream? Ha paura? Come mai l’Europa si piega al volere di America e Cina sul motore elettrico con la conseguenza che così distruggeranno interi pezzi dell’automotive continentale? Come mai l’Europa si sta coprendo occhi e orecchie dopo gli scandali che coinvolgono pezzi importanti del Pse rispetto al Qatar («Stanno facendo notevoli passi in avanti in tema di diritti», dicevano alcuni di loro quando si discuteva dei Mondiali di calcio) e al Marocco? Come mai l’Europa fa così il tifo per le carni sintetiche, per le farine d’insetti e per il food a misura di multinazionali? E, infine, come mai la Commissione europea sta nascondendo la verità sui vaccini della Pfizer? C’è qualcuno che teme qualcosa?

 

 

Nell’Europa che sanziona Orban, si protegge il ceo di Pfizer Albert Bourla e la presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen silenziando i loro scambi «epistolari» durante e dopo la negoziazione dei contratti per l’acquisto dei vaccini. L’ottobre scorso la responsabile commerciale del colosso farmaceutico, Janine Smell, ammetteva in audizione che «il (loro) vaccino non era stato testato per prevenire l’infezione né alcuno ce lo ha mai chiesto». Dopo quell’audizione nonostante i reiterati inviti a presentarsi in audizione, Bourla si negò per ben due volte. Chi lo protegge? Possibile che ieri non si potessero avere informazioni sulle modalità e sulle clausole circa il contratto di acquisto dei vaccini (cosa c’è scritto lì dentro di così pericoloso?) e oggi non si possono avere tutti i dati sulle reazioni avverse degli stessi? Dopo aver analizzato le carte dell’agenzia regolatoria canadese Health Canada, l’accademico ed editorialista per il British Medical Journal, Peter Doshi rivela che già dall’aprile del 2022 a Pfizer era noto l’evidente calo di efficacia dei vaccini contro il coronavirus. Ci sono troppi elementi per non rovesciare i mesi e mesi di campagna a senso unico che anche in Italia è stata fatta su ordine dei governi Conte 2 e Draghi, con una stampa sdraiata e medici innalzati a ruoli sacerdotali: la verità della scienza contro i dubbi dei No Vax.

 

 

Ebbene, oggi, il problema non sono più i No Vax ma coloro che si erano vaccinati convinti dalla correttezza delle dichiarazioni governative e degli esperti: sono loro e non i trinariciuti No Vax a dover essere ascoltati. Non solo nessuno lo fa, ma nessuno nemmeno vuole più parlare degli effetti avversi da vaccino e fare chiarezza su quella occasione. Nemmeno il ministro Schillaci che preferisce nuotare sott’acqua, affiancato dai Brusaferro e Locatelli. Se questo è il contesto non so che commissione d’inchiesta uscirà. Si parlerà dei vaccini, sì o no? O resteremo nella narrazione che ci hanno salvato dalla morte? Perché lo cose non sono andate esattamente così. Per questo il silenzio regna e sulle reazioni avverse da vaccino si spera nel silenzio. Tanto in parlamento i rompiscatole non sono stati eletti.

 

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