Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Elezioni regionali 2023, sono stati premiati i primi 100 giorni di Meloni al governo

Nuccio Bovalino
  • a
  • a
  • a

È un risultato che premia i primi 100 giorni del Governo Meloni. Questa la vera indicazione del voto di ieri alle elezioni regionali. Il centrodestra stravince, Fratelli d’Italia aumenta i consensi e alla sinistra, di ogni colore, non rimane che rifugiarsi nel «fortino» sanremese e nel duo Fedez-Rosa Chemical. Il «televoto» da casa, che nelle elezioni politiche corrisponde al voto espresso in cabina elettorale dagli italiani, ha rafforzato l’azione di governo, confermato la fiducia in Lombardia e affidato alla medesima coalizione il compito di guidare il Lazio. E pazienza se la giuria demoscopica, composta dagli «esperti», e la «sala stampa» non condividono i dati finali, avendo di certo preferito, col cuore e con la mente, un’altra classifica. L’esercizio democratico mostra quindi una tendenza risoluta verso il centrodestra, che si ritrova alla guida della Nazione e di ben 15 regioni. La diagnosi è quindi chiara. Nel Lazio i cittadini hanno bocciato il decennio Pd zingarettiano (con declinazioni anche grilline), tra l’altro smascherando coloro che per mesi si sono autoincensati come eccellenti amministratori della sanità nella fase pandemica, e hanno chiesto proprio su questo una netta discontinuità. Dando fiducia a chi aveva già dimostrato, sia in Croce Rossa sia da manager, di intendersi davvero di sanità: Francesco Rocca.

 

 

I lombardi hanno convintamente confermato il buon governo del centrodestra, dimostrando di non credere alla narrazione negativa e agli attacchi strumentali contro la giunta Fontana. La sinistra? Non pervenuta. Sia nella sua combinazione giallorossa (Lombardia), sia in quella nazareno-calendiana (Lazio), sia nella sua declinazione contiana (in entrambe le regioni). Gli italiani hanno mostrato di non accettare una agenda politica dettata da influencer e personaggi dello spettacolo, che hanno colonizzato la comunicazione al tempo della crisi politica dei progressisti. La sinistra deve ripensarsi, scegliere la via di un confronto aspro ma corretto con l’attuale maggioranza, non urlando all’apocalisse e all’emergenza democratica, e terminando la caccia alle streghe mentre è la propria casa ad essere stregata. Le elezioni si vincono con la passione e la forza delle idee. Gli italiani hanno mostrato alla sinistra, come già altre volte, di riporre poca fiducia in coloro che si ergono a unici detentori della verità e a paladini di un bene assoluto, modalità autoreferenziale di fare politica, della quale gli elettori percepiscono la vacuità e l’ipocrisia.

 

 

Fra l’altro, nei talk televisivi di ieri, nel commentare la catastrofe elettorale della sinistra, alcuni opinionisti si interrogavano sulla incapacità della narrazione mainstream di interpretare il vero sentire della Nazione. Per quanto riguarda il centrodestra, questa vittoria schiacciante è un segnale chiaro: il Governo Meloni ha superato con successo la fase di rodaggio e può spingere l'acceleratore, rispondendo alla richiesta degli elettori di realizzare le proposte per le quali è stato votato, anche quelle che possono sembrare più divisive, poiché il Paese si è mostrato unito nel dare un mandato forte e indicando anche il verso della trasformazione che auspica. Per la Sinistra si prospetta invece l'ennesimo periodo di psicanalisi di gruppo, dalla quale speriamo riemerga guarita dalle ossessioni del nemico reazionario da abbattere, prendendo anche coscienza della rimozione nefasta con cui ha sacrificato la propria missione originaria, favorendo la nascita di un abusivo ed effimero partito ombra, disseminato fra i non luoghi post-democratici di Tik Tok e Instagram.

 

Dai blog