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La Bce rifletta sulle critiche mosse dall'Italia

Santi Bailor
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«Siamo indipendenti». Così Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea ha risposto ad una domanda sulle critiche italiane al rialzo del costo del denaro deciso dalla Bce. Contro gli aumenti dei tassi d'interesse «possiamo aspettarci ulteriore opposizione - ha detto - e dobbiamo resistere. È proprio per questo che le banche centrali sono indipendenti», aggiungendo che «ai governi in generale non piacciono molto gli aumenti dei tassi perché pesano sulla posizione di bilancio e rendono più costoso emettere nuovo debito». Schnabel ha pure detto che la Bce «deve chiaramente raggiungere un tasso d'interesse che sia alto abbastanza da riportare l'inflazione al 2%» e che nelle valutazione della Banca centrale europea «questo tasso è in area restrittiva, vale a dire oltre il livello neutrale».

 

 

E qui si pone un punto politico che riguarda le scelte della Bce e il ruolo dei governi europei, a cominciare dall'Italia. La Bce è indipendente ma pure i governi - eletti dai cittadini - lo sono. Una buona ragione per non liquidare le critiche mosse dall'Italia come un'argomentazione politica solo perché i governi son preoccupati del debito. Inflazione e debito sono infatti due aspetti che toccano le tasche dei cittadini-elettori. E se un grande Paese, il nostro, trai fondatori della Comunità europea, pone delle riflessioni critiche sarebbe cosa buona e giusta che la Banca centrale europea ci riflettesse.

 

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