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Caso Pfizer, Paragone: "Ora una commissione di inchiesta sui vaccini"

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Gianluigi Paragone
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«Il vaccino anti-Covid non è stato testato per prevenire l'infezione», anche perché «nessuno ce lo ha chiesto» e comunque «non c'era tempo per testarlo». Di fronte agli europarlamentari, la responsabile commerciale di Pfizer ha ribadito e meglio specificato un concetto di cui la multinazionale del farmaco aveva già dato indicazioni persino alla Consob americana, la Sec: dai loro laboratori non è mai stato accertato attraverso test ad hoc che quel siero sperimentale fermasse la trasmissibilità cioè il contagio. Assai importante è anche il passaggio con cui la dirigente di Pfizer ammette che «nessuno ha mai chiesto notizie certe su questo effetto», perché ci permette di avanzare alcune considerazioni.

La prima, se nessuno ha chiesto alla casa farmaceutica di convalidare l'efficacia di immunizzazione dal virus e la possibilità di bloccare il contagio attraverso la vaccinazione, com' è stato possibile per governanti, tecnici nel settore medico-scientifico e virostar a vario titolo avviare una campagna di obbligatorietà vaccinale e simultaneamente una campagna mediatica di martellamento costante? Sulla base di quali dati hanno parlato di immunizzazione e di sicura efficacia del vaccino? Una commissione d'inchiesta sui vaccini e sugli eventuali danni sarebbe quanto mai necessaria, qualcuno ha paura? E si arriva così alla seconda considerazione: perché prima dell'acquisto da parte del governo e dei vari comitati di esperti nessuno ha posto la fatidica domanda circa l'immunizzazione e l'efficacia nel bloccare il contagio? Forse perché nelle trattative riservate e ancor oggi secretate (come dimostra il diniego del grande capo di Pfizer Albert Bourla a rispondere alle domande degli europarlamentari) la questione era nota perché era già stata rilevata da parte della Pfizer che aveva avvertito la commissione europea e in seconda battuta i governi della «mancanza di tempo» per testare la piena efficacia; come a dire: se volete il nostro vaccino lo prendete alla condizioni di sperimentazione attuali altrimenti andate avanti come volete.

Ovviamente per i governi era diventato obbligatorio fornire una risposta diversa dai lockdown e così partirono prima gli acquisti poi le campagne vaccinali a tappeto. Anche a costo di non dire la verità sull'efficacia del vaccino. Infatti si partì sotto il governo Conte con le prime dichiarazioni assai avventate sulla sicurezza assoluta e sulla piena efficacia del vaccino per arrivare con l'esecutivo Draghi dove il premier si arrogò una sentenza di una gravità assoluta: «L'appello a non vaccinarsi è l'appello a morire. Non ti vaccini, ti ammali, muori. O fai morire», spiegò di fronte a giornalisti gaudenti per la fermezza delle parole. Peccato che quelle parole già allora apparivano campate per aria. Eppure quella campagna mediatica e miracolistica (altro che scienza) fu la leva attraverso la quale i due governi Conte prima, Draghi poi - hanno fatto il lavaggio del cervello alle persone, portando i genitori a far vaccinare i figli minori a costo di esporli a effetti avversi con ombre di gravità assoluta come la morte di alcuni adolescenti. La terza considerazione a questo punto riguarda la magistratura: a fronte di questi elementi oggettivi, che arrivano dalla stessa casa farmaceutica, non è il caso di pretendere informazioni certe sugli effetti collaterali? Io personalmente ho denunciato Pfizer: perché non prendere in esame questa denuncia? La questione assume grande importanza alla vigilia del pronunciamento della Consulta. Entro poche settimane infatti la Corte Costituzionale dovrà dichiararsi in merito alla legittimità costituzionale dell'obbligo vaccinale: prenderà in esame le parole della dirigente Pfizer pronunciate in una sede istituzionale? Ultima considerazione: cosa farà a breve il prossimo governo e la prossima maggioranza? Terrà l'obbligo vaccinale? Dichiarerà decadute le sanzioni che arriveranno a coloro che non si sono vaccinati?

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