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Vince la destra e torna la protesta: tutti in piazza

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Tutti in piazza, che ha vinto la destra. Non bastavano le bollette alle stelle, la guerra di invasione russa in Ucraina, una coesione sociale da mantenere nella crisi che viviamo e in quella che ci aspetta. No, per la sinistra non bastavano ed ecco allora puntuali i ritorni in piazza della Cgil di Landini e del grillismo di Conte. Il primo, il leader sindacale, annuncia che tornare in piazza è un dovere. Ohibò, perché farlo quando governerà il centrodestra e non quando governava Draghi, con il Pd e i grillini in maggioranza? Forse i poveri non c'erano e son sbucati fuori tutti adesso? È che ormai anche la piazza non ha più niente a che fare col disagio economico e sociale ma semmai riguarda pregiudizi politici. Ovviamente verso la destra. Se il pregiudizio vale per Landini ebbene vale altrettanto per Conte. È stato al governo, ha scelto di difendere la libertà dell'Ucraina, ha appoggiato l'atlantismo e le critiche a Putin del premier Draghi e oggi cosa annuncia? Tutti in piazza per la pace. Conte, sia serio! Nulla merita in una democrazia più serietà delle scelte critiche sul Potere. Ma le scelte critiche preventive, in una linea di continuità sulla guerra in Ucraina tra la Meloni e Draghi, fanno ridere. Per non piangere. Così come fa ridere la piazza evocata da Landini appena il centrodestra è diventato maggioranza. Questa non è politica, è pregiudizio. Ed il pregiudizio non porta mai nulla di buono. Se non le solite piazzate. 

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