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Addio Conte. Ora concretezza e rapidità o al voto subito

Davide Vecchi
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Dalle ultime elezioni politiche a oggi abbiamo sopportato di tutto. Con l’alibi del Covid ci siamo sorbiti l’incapacità di Giuseppe Conte e dei suoi «supertecnici» alla Domenico Arcuri e dei suoi ministri alla Lucia Azzolina che nel tentativo di affrontare un’emergenza passeggera come la pandemia hanno lasciato in emergenza il Paese per tempi indefiniti: i milioni buttati per mascherine fantasma (Arcuri) e banchi a rotelle (Azzolina) li pagheremo per anni.

 

Per non parlare dei disastri di altri provvedimenti come reddito di cittadinanza e il Superbonus 110%, idee potenzialmente ottime ma applicate in maniera grossolana e maldestra. Abbiamo sopportato tutto. Ora assistiamo a una crisi di governo aperta nel periodo più complesso della storia repubblicana con una emergenza energetica frutto (ancora una volta) di scelte ideologiche: contrarietà alle trivelle, all’attivazione delle piattaforme petrolifere; i no al progresso, per ultimo addirittura il tentativo di bloccare il termovalorizzatore a Roma, unica proposta sensata formulata da un sindaco della Capitale nell’ultimo decennio.

 

Conte, suicidandosi politicamente, ha fatto un regalo al Paese. Ora però si deve fare presto. Mario Draghi decida e agisca rapidamente. Non c’è tempo da perdere. Lunedì è già tardi. Figurarsi mercoledì. 

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