Covid, i flop del governo ci riporteranno in emergenza
«Secondo te quest'autunno richiudono tutto?». È una delle domande che mi stanno rivolgendo più spesso, come sei io fossi al governo con loro. O come se io fossi un parlamentare di una repubblica parlamentare. La domanda viene posta quasi fosse un rito scaramantico, quasi imposta dal rinnovato slancio mediatico che viene dato ai contagi e addirittura - alla riedizione dei colori per classificare le regioni. «Richiudono tutto?». Purtroppo io penso che torneremo a fare i conti con le solite restrizioni. Per colpa dell'omicron e delle varianti? No, per colpa di un governo che ancora una volta arriva a settembre senza uno straccio di piano alternativo a quello che ha imprigionato l'Italia con regole assurde. Vediamone alcune delle maggiori questioni aperte.
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1. Conteggio di malati per altre patologie gravi con anche il virus che diventano malati di Covid o Omicron. È mai possibile, domando, che siamo ancora nella peggiore propaganda di «contabilizzare» malati con patologie serie come malati di Covid o Omicron? Ma che razza di Sanità seria è quella che non racconta i fatti per quello che sono, preferendo una scelta di comunicazione a scapito di più serie statistiche? È seria una situazione in cui agli asintomatici viene comunque impostala quarantena? Silenzio.
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2. La domanda ovviamente ci porta anche all'altro grande tema: immunizzazioni e ospedalizzazioni in situazioni emergenziali. L'altro giorno il professor Crisanti ha confermato il dato per cui «a morire sono i fragili vaccinati. Tutta la polemica no vax ha creato un cortocircuito, sembrava che morissero solo loro ma non era vero. Nel 98% dei casi sono persone fragili e vaccinate. Lo stesso Istituto superiore di sanità ha rivelato che la maggior parte dei decessi, sopra il 90%, è di over 75; in quella fascia d'età la percentuale di vaccinati viaggia tra il 95 e il 98%». Quando potremo fare un dibattito serio, in parlamento e fuori, sulla reale efficacia di una siffatta campagna vaccinale?
3. Il mondo della Sanità pubblica sta soffrendo carenze di personale che sommano le criticità croniche e pregresse ad altri deficit: dove sono finite le promesse di potenziamento delle terapie intensive e sub intensive? Che fine hanno fatto le promesse di nuove assunzioni e adeguamento retributivo al personale in corsia? Davvero vogliamo pensare che il gap occupazionale possa essere superato mandando in corsia neolaureati o tirocinanti?
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4. Tengo a parte un'altra domanda: fino a quando una sanità pubblica in profonda sofferenza si può permettere di tenere fuori dal lavoro professionistiche non si sono vaccinati o non hanno fatto i richiami o ancora perché non si sono adeguati a protocolli che oggi possiamo definire tutt' altro che efficaci? Davvero le nostre strutture - di cui conosciamo abbondantemente i tempi di attesa - possono viaggiare con il freno a mano tirato per colpa delle sospensioni di un Ordine dei Medici sensibile più al governo che al giuramento d'Ippocrate?
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5. Capitolo scuola. Al ministero retto da un signore che non ne ha imbroccata una si stanno preoccupando di evitare che a scuola si ricorra ancora alla didattica a distanza? I danni provocati dalla dad sono sotto gli occhi di tutti. Non vorremmo che ancora una volta una finta emergenza fornisse l'occasione al governo di ripetere gli stessi errori madornali. Ormai ci sono soluzioni innovative per rendere le aule sanificate ed evitare quindi dad e mascherine obbligatorie: i famosi tanti soldi che arrivano dall'Europa e dal Pnrr possono essere utilizzati ora - e ribadisco ora - per salvare i nostri figli dalla scuola in remoto? Certe scelte vanno programmate per tempo. 6. Basta con l'obbligo vaccinale per categorie professionali: nessun vaccino garantisce una immunità tale da discriminare i lavoratori. 7. L'ultimo punto non è per il governo ma per la Consulta, da cui ci si aspetta una parola di diritto sull'obbligo vaccinale: si terrà finalmente conto di ciò che è accaduto ai vaccinati? Davvero vogliamo ancora dividere il paese sulla base di un nuovo Credo?