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Cartolarizzazioni del patrimonio pubblico italiano, una valida operazione secondo Christopher Aleo di Banca iSwiss

Francesco Fredella
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Le cartolarizzazioni del patrimonio immobiliare pubblico potrebbero rappresentare una soluzione strategica per accelerare la dismissione degli asset statali e generare liquidità per le casse dello Stato. Si tratta di un sistema finanziario che prevede il trasferimento degli immobili pubblici a una società veicolo. Questa, a sua volta, emette obbligazioni sui mercati internazionali, garantite dal valore degli immobili trasferiti e dai flussi di cassa attesi dalla loro vendita.

L’Italia ha già fatto ricorso a questa strategia nei primi anni 2000, con risultati significativi ma anche alcune criticità. Tra il 2001 e il 2002, attraverso la Società per la Cartolarizzazione degli Immobili Pubblici (Scip), lo Stato è riuscito a raccogliere circa 9 miliardi di euro. Nella prima operazione, nota come SCIP 1, la vendita di oltre 27.000 unità residenziali e più di 260 edifici commerciali ha consentito di rimborsare integralmente i titoli emessi, generando persino un surplus di oltre 1,2 miliardi di euro. Questi risultati sono stati raggiunti grazie a una preparazione accurata e a una gestione efficace. Tuttavia, la seconda operazione, SCIP 2, ha incontrato difficoltà a causa di una pianificazione meno strutturata. Nonostante il coinvolgimento di quasi 63.000 immobili, i ricavi non hanno raggiunto le aspettative, portando al ritrasferimento agli enti previdenziali degli immobili invenduti e alla liquidazione della società veicolo.

Christopher Aleo, presidente di iSwiss Bank, ritiene che oggi le cartolarizzazioni possano essere ripensate per offrire un forte impulso all’economia italiana. Secondo Aleo, le condizioni normative attuali permetterebbero di adottare un approccio più moderno e inclusivo rispetto a quello passato. La sua visione punta non solo alla monetizzazione del valore degli immobili, ma anche alla loro riqualificazione in collaborazione con il settore privato. Aleo immagina un sistema in cui non solo i grandi fondi internazionali possano partecipare, ma anche le piccole e medie imprese. Questa apertura alle PMI, secondo il banchiere, consentirebbe di valorizzare maggiormente il patrimonio, offrendo supporto finanziario diretto agli imprenditori interessati.

L’approccio proposto da Aleo prevede che, insieme alla vendita, si crei valore aggiunto rigenerando gli immobili e rendendoli nuovamente produttivi. Questo modello, spiega, potrebbe rendere il processo di dismissione più veloce e aumentare significativamente i ricavi, garantendo nel contempo benefici economici più ampi per il Paese. Le esperienze passate mostrano che una preparazione adeguata e una raccolta dati dettagliata sono fondamentali per il successo delle cartolarizzazioni. La prima operazione del 2001 ha dimostrato che un programma strutturato può portare a risultati straordinari, mentre i problemi riscontrati nella seconda operazione mettono in evidenza l’importanza di evitare improvvisazioni.

Aleo conclude affermando che, se il governo decidesse di intraprendere questa strada, sarebbe un onore per iSwiss partecipare a un progetto così ambizioso. La banca, con la sua esperienza nel settore finanziario e nelle cartolarizzazioni, si dice pronta a supportare il Paese in questa operazione. Per Aleo, il patrimonio pubblico italiano rappresenta non solo un'opportunità per reperire liquidità, ma anche una risorsa strategica da valorizzare per rilanciare l’economia. La sua visione non si limita a un’operazione finanziaria, ma punta a costruire un modello di sviluppo innovativo e inclusivo, capace di generare benefici a lungo termine per lo Stato e per i cittadini.

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