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Dopo il Covid il picco dell'influenza (e la carenza di farmaci). Sarà ancora un Natale in ansia

Gli italiani si aspettavano finalmente delle festività "normali". Ma anche quest'anno si faranno i conti con le malattie

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Con l'attenuarsi dell'emergenza Covid gli italiani sognavano di poter vivere finalmente un Natale normale. Ma, dopo due anni in cui l’influenza è circolata poco o per nulla, sopraffatta dalle misure di protezione individuale e dalle altre disposizioni adottate per limitare la diffusione del Covid, quest’anno le infezioni respiratorie tipiche della stagione fredda sono tornate a diffondersi con maggior forza e ben in anticipo rispetto al passato.

Secondo i dati statistici la curva dei contagi risulta infatti tra le più alte degli ultimi dieci anni: sono circa 4 milioni e mezzo gli italiani già colpiti da sindromi influenzali, tra cui spicca la cosiddetta «australiana», ed il numero è destinato ad aumentare con un picco atteso proprio durante le festività natalizie, alcune settimane prima del classico picco di gennaio-febbraio.

«I casi di influenza certificati finora sono già moltissimi. Rispetto al passato, quando l’influenza era più "diluita" nel tempo, quest’anno il numero di casi è cresciuto moltissimo in poche settimane e a fine inverno rischiamo di superare i 10 milioni di persone ammalate, anche se molto dipenderà dalle condizioni meteo e dal prolungarsi delle basse temperature» - afferma il Prof. Fabrizio Pregliasco, Direttore scientifico di Osservatorio Influenza, Professore Associato di igiene generale ed applicata presso la sezione di Virologia del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’università degli studi di Milano e Direttore Sanitario I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi.

 Ancora una volta sono i bambini tra gli 0 e i 4 anni ad essere la categoria più colpita, a cui fa seguito la fascia compresa tra i 5 ed i 14 anni, sia a causa del minor bagaglio di memorie immunitarie sia per la promiscuità tipica degli ambienti in cui loro passano la maggior parte del tempo. Tra l’altro i bambini nati negli ultimi anni non hanno mai conosciuto il virus dell’influenza, o perché troppo piccoli o perché tenuti maggiormente in isolamento a causa della chiusura di scuole e asili, quindi il loro sistema immunitario non è stato "allenato". Ma anche gli adulti si sono disabituati ai malanni stagionali, pertanto il ritorno della classica influenza quest’anno potrebbe creare problemi anche nei soggetti adulti, solitamente meno a rischio complicazioni.

Da qui l’invito a vaccinarsi. «Si è ancora in tempo e ci si può vaccinare contro l’influenza stagionale almeno per questo mese e le prime due settimane di gennaio. Ricordiamo che la vaccinazione è particolarmente raccomandata per tutti i bambini di età compresa tra 6 mesi e 6 anni, per gli anziani, le donne in gravidanza, gli operatori sanitari e per tutti i soggetti di ogni età con patologie croniche che aumentano il rischio di complicanze in caso di influenza. È importante sottolineare che proteggendo i più piccoli si proteggono anche i fragili di tutte le età e gli anziani in famiglia: altro fattore da non trascurare in vista delle Feste» - consiglia il Prof. Pregliasco. (red - deg / SEGUE) 201346 DIC 22 (9Colonne) Milano, 20 dic - Il pericolo quest’anno è inoltre quello di una sovrapposizione di infezioni. La circolazione del virus del Covid oggi è sicuramente più contenuta, i casi sono di meno e in generale meno severi e questo per due motivi principali: da un lato le varianti si sono ’ammorbiditè, dall’altro sono tante le persone che si sono già infettate e che si sono vaccinate.

Il consiglio rimane comunque quello di usare buonsenso nei contesti più a rischio, specialmente per i soggetti più fragili. Il problema è che i casi di Covid sono in parte sovrapponibili ai casi di influenza a cui bisogna aggiungere il rischio di incappare nel virus respiratorio sinciziale, un virus che è in grado di infettare l’apparato respiratorio di pazienti di qualunque età ma che colpisce soprattutto i più piccoli, con una concomitanza di tre epidemie.

Ad inasprire la situazione già piuttosto critica è la carenza, sempre più evidente, di farmaci per poter curare i sintomi legati alla respirazione o agli stati influenzali. In questi mesi, per colpa del sovrapporsi del covid ad influenza e raffreddori, in Italia, come nel resto dell’Europa, nelle farmacie stanno infatti scarseggiando alcuni antipiretici, antinfiammatori, mucolitici e sedativi per la tosse. Le cause sono da attribuire, oltre che a una richiesta massiccia di farmaci a seguito del numero importante di contagi, all’aumento dei costi di produzione dei medicinali e del materiale per il confezionamento legati anche alla crisi energetica, nonché alla carenza di principi attivi.

«L’appello va ancora una volta al buon senso evitando di fare scorte di medicinali a casa, nè di comprare per precauzione o in modo compulsivo. Anche per far fronte a questo problema, al momento una delle migliori scelte rimane la prevenzione attraverso la vaccinazione sia antinfluenzale che anti-Covid, uno degli strumenti più efficaci a disposizione contro entrambi i virus. Come possono risultare utili anche alcune semplici regole di igiene e protezione: evitare luoghi affollati, lavare frequentemente le mani, evitare il contatto con persone ammalate, in caso di tosse o starnuti coprire naso e bocca con l’incavo del gomito, ventilare gli ambienti di lavoro e casalinghi aprendo le finestre. Nei luoghi affollati le mascherine, che abbiamo imparato a usare con il Covid, restano un presidio di prevenzione anche per altri virus, tra cui l’influenza» - conclude il Prof. Pregliasco.

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