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Arisa, lite sulla foto bomba in bikini. Naike Rivelli disintegra Caterina Collovati: viva la fi*a

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Il pube di Arisa scatena il trash. Caterina Collovati la critica: "Fuori luogo" e Naike Rivelli ribatte: "W la fi*a! Commenti perché cerchi mezzo secondo di visibilità a discapito dei veri artisti".

Qualche giorno fa, Rosalba Pippa, vero nome della cantante Arisa, pubblicò su Instagram una foto in cui appariva seduta all'indiana, in primo piano il costume due pezzi e la pancia pingue. Il messaggio era sull'accettazione di sé stessi anche con un po' di adipe. Lo scatto ha raccolto molti consensi tranne quello di Caterina Collovati, prezzemolina dei salotti TV.

La moglie dell'ex giocatore Fulvio Collovati, ha attaccato Arisa rispostando la foto: "La moda del politically correct ha rimbambito tutti...body positivity e balle varie, che noia! Ciò che balza all'occhio in questa foto non sono i rotolini di ciccia di Arisa che trovo divertenti. È quel pube sbattuto in faccia che mi pare fuori luogo". Il post ha ricevuto 75 commenti di cui la maggior parte contro la Collovati, ma è finito sull'ambito Dagospia proprio come desiderava l'opinionista a giudicare dalle Instagram Stories in cui ringrazia vivamente il sito di Roberto D'Agostino per averla ripresa e rilanciata. Ma sotto l'account Dagocafonal è arrivata la replica di Naike Rivelli, opposto in carne e ossa della Collovati.

La figlia di Ornella Muti ha scritto: "Che cog**oni, quanto perbenismo assurdo... Evviva la fi*a! Evviva il pube, evviva ogni donna che fa uno scatto meraviglioso. Che noia l'aggiunta della maestrina frustrata che vuole fare l'intellettuale. Instagram è un social dove ognuno posta qualcosa che lo rappresenta. Stare lì a guardare cosa fanno gli altri è stupido. Non so chi sia Caterina Collovati. So chi è Arisa e le faccio un applauso. È solo una bellissima foto, bisogna smetterla di fare polemica su tutto. Basta manipolare e strumentalizzare gli scatti fatti da artisti veri sui propri social per fare parlare di sé e ricevere mezzo secondo di visibilità mediatica. Che orrore! Che palle, che noia e che bassezza". 

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