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Medio Oriente, scatta il bando di Israele all'Unrwa dell'Onu. Ma è giallo sul destino

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Da oggi entra formalmente in vigore la messa al bando dell’agenzia Onu per i profughi palestinesi in Medio Oriente (Unrwa) da parte di Israele, che sulla carta comporta chiusura delle sedi e stop alle attività nel Paese, ma in merito all’attuazione del divieto arrivano notizie di segno opposto. «Noi rimaniamo aperti come sempre. Non ci hanno dato istruzioni. A Gerusalemme Est ci sono 1.100 ragazzi e ragazze palestinesi che hanno diritto di studiare. E tra le 70 mila e le 80 mila persone che si servono delle nostre cliniche. Abbiamo dipendenti che oggi andranno regolarmente al lavoro, non abbiamo intenzione di chiudere», ha dichiarato al quotidiano Repubblica Juliette Touma, portavoce di Unrwa, nel giorno di chiusura ufficiale. 

 

 

D’altro canto, Jonathan Fowler, portavoce dell’organizzazione, ha riferito che le squadre dell’Unrwa hanno definitivamente abbandonato, da ieri sera, la sede centrale dell’organizzazione a Gerusalemme Est, dopo averla svuotata. «I nostri visti sono scaduti oggi, ed è per questo che ce ne siamo andati tutti. Per protestare», ha spiegato Fowler. A causa della mancanza di visti, i lavoratori internazionali dell’organizzazione hanno dovuto lasciare Israele - molti sono stati trasferiti ad Amman, in Giordania - mentre i lavoratori locali non partecipano a questa ‘operazione’. 

 

 

Lo stop alle attività e la chiusura delle sedi dell’Unrwa - di cui alcuni dei suoi 33 mila dipendenti vengono accusati da Israele di partecipazione alle attività terroristiche di Hamas - sono un motivo di festa per militanti israeliani, capitanati dal vicesindaco di Gerusalemme, Arieh King. «Il giorno della resa dei conti per l’Unrwa è arrivato e da oggi questa ostile organizzazione nazista diventa un bersaglio per la polizia e la municipalità di Gerusalemme», ha scritto King su X, lanciando un invito a radunarsi per «brindisi» di fronte alla sede centrale dell’organizzazione, nel quartiere palestinese di Sheikh Jarrah, per «celebrare» la sua chiusura. I piani di Israele includono la costruzione di un isolato di 1.400 unità abitative per gli israeliani sul terreno che intende confiscare, ha dichiarato pubblicamente in diverse occasioni l’Autorità territoriale israeliana (Ila). L’Unrwa, la più antica agenzia Onu che opera nella regione da 76 anni, è stata oggetto di due leggi approvate tre mesi fa dalla Knesset che ne proibiscono le attività nel territorio dello Stato ebraico, quindi anche a Gerusalemme. L’Alta corte di giustizia israeliana ha comunque limitato la portata del divieto che in partenza si estendeva anche alla Cisgiordania e alla Striscia di Gaza. Tuttavia, sul piano pratico la «politica di non contatto» con i funzionari governativi impedisce il rilascio di visti e tessere diplomatiche, nonché la possibilità di coordinare con l’esercito israeliano l’attraversamento del personale ai posti di blocco, il controllo e l’accesso alle merci nella Cisgiordania e nella Striscia di Gaza occupate. 

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