Accordo mai così vicino: per Usa si aspetta parola finale Hamas
L'accordo su un cessate il fuoco a Gaza e sugli ostaggi è più vicino che mai. La comunicazione fatta nella mattinata di martedì dal Qatar - che insieme a Usa ed Egitto è uno dei tre Paesi mediatori che da mesi lavorano per un'intesa - riflette l'accelerazione che hanno avuto i colloqui nelle ultime ore proprio a Doha. Tanto che il premier israeliano Benjamin Netanyahu, secondo quanto risulta alla Cnn, ha convocato una riunione urgente con alti funzionari della sicurezza sul potenziale accordo. A fine giornata l'ottimismo continuava a rimanere: "Siamo vicinissimi" a un accordo, ha fatto sapere la Casa Bianca per bocca del portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby. La speranza è di riuscire a stringere l'intesa prima della fine del mandato di Joe Biden e dell'inauguration di Donald Trump, in programma per il 20 gennaio.
'Hamas ha dato il suo ok alla bozza di accordo', era filtrato da fonti in mattinata, quando il gruppo palestinese aveva riferito di negoziati in "fase finale" esprimendo "soddisfazione". Poi una leggera frenata era giunta su questo nel pomeriggio: "Aspettiamo la parola finale di Hamas", ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken, parlando in ogni caso di una questione di "ore o di giorni". Stessa tempistica fornita in serata dal premier Benjamin Netanyahu in un incontro con familiari degli ostaggi. "È una questione di giorni o di ore. Stiamo aspettando la risposta di Hamas e poi potremo iniziare immediatamente", avrebbe dichiarato il primo ministro secondo Channel 12, dicendosi dal canto suo pronto a un cessate il fuoco prolungato, ma a condizione che tutti gli ostaggi vengano liberati. I rappresentanti dei familiari degli ostaggi che erano presenti all'incontro hanno sottolineato tuttavia che "gli accordi riguardano solo la prima fase" dell'accordo e si sono detti "molto preoccupati per la seconda e la terza fase".
Se il cessate il fuoco fra Israele e Hamas dovesse entrare in vigore per come previsto dalla bozza d'accordo attuale, di cui Associated Press ha preso visione, ci saranno 3 fasi. La prima, di 42 giorni, inizierà con il rilascio graduale di 33 ostaggi nell'arco di 6 settimane, fra cui donne, bambini, adulti anziani e civili feriti, in cambio di centinaia di donne e bambini palestinesi detenuti da Israele. Fra i 33 ostaggi ci sarebbero 5 soldatesse israeliane, ognuna delle quali verrebbe rilasciata in cambio di 50 prigionieri palestinesi, dunque in totale per le 5 soldatesse verrebbero rilasciati 250 detenuti palestinesi. Inoltre, sempre nella prima fase, stando alla bozza attuale le forze israeliane si ritireranno dai centri abitati, i palestinesi potranno iniziare a tornare nelle loro case nel nord di Gaza e ci sarà un'ondata di aiuti umanitari, con circa 600 camion che entreranno ogni giorno nella Striscia. Durante la prima fase Israele dovrebbe mantenere il controllo del Corridoio Filadelfia, cioè la fascia di territorio lungo il confine di Gaza con l'Egitto, da cui Hamas aveva inizialmente chiesto il ritiro di Israele. Israele si ritirerà tuttavia dal Corridoio Netzarim, una fascia che attraversa la parte centrale di Gaza, dove Tel Aviv aveva cercato di istituire un meccanismo per controllare i palestinesi quando sarebbero tornati nel nord della Striscia per evitare che avessero armi.
Meno chiarezza c'è invece sulle fasi successive, perché i dettagli della seconda fase saranno poi da negoziare durante la prima e l'accordo non include garanzie scritte che il cessate il fuoco continuerà fino al raggiungimento di un accordo. Secondo Channel 12, Netanyahu ha detto che "i negoziati sulla seconda fase inizieranno il 16esimo giorno della prima fase" e che "non lasceremo Gaza fino al ritorno di tutti gli ostaggi". Ciò lascerebbe dunque aperta la possibilità che Israele riprenda la sua campagna militare dopo la fine della prima fase. Nella seconda fase, in ogni caso, secondo la bozza di accordo Hamas rilascerebbe gli ostaggi ancora in vita, soprattutto soldati maschi, in cambio di altri prigionieri e del "completo ritiro" delle forze israeliane da Gaza. Infine la terza fase dell'accordo prevede che i corpi degli ostaggi rimanenti verrebbero restituiti in cambio di un piano di ricostruzione da 3 a 5 anni da realizzare a Gaza sotto la supervisione internazionale.
"Sosteniamo l'unità di Gaza e Cisgiordania con un governo guidato dall'Anp", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a proposito del post guerra, riferendo su X di un colloquio avuto con il premier e ministro degli Esteri palestinese, Mohammad Mustafa. "Ho ribadito il sostegno dell'Italia ad un accordo di cessate il fuoco nella Striscia", ha detto il titolare della Farnesina.