Zuckerberg si avvicina a Trump: Meta abolisce il fact-checking. La svolta
La compagnia statunitense Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, metterà fine al servizio di fact-checking e rimuoverà le restrizioni sulla libertà di espressione nelle sue piattaforme. Lo ha annunciato il fondatore e amministratore delegato Mark Zuckerberg, definendo la decisione un tentativo di "ristabilire la libertà di espressione". "Torneremo alle nostre radici, concentrandoci sulla riduzione degli errori, sulla semplificazione delle politiche e sul ripristino della libertà di espressione sulle nostre piattaforme", ha dichiarato l'imprenditore in un video pubblicato oggi, 7 gennaio. "In particolare - ha spiegato - elimineremo i fact-checker e li sostituiremo con ’community notes’, simili a quelle di X, a partire dagli Stati Uniti". La svolta giunge mentre Zuckerberg cerca di rafforzare i rapporti con l’amministrazione entrante del presidente eletto Donald Trump.
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Si tratta infatti dell'ultima tappa di avvicinamento di Zuckerberg a Trump, che era stato bandito dalla piattaforma dopo l’insurrezione di Capitol Hill del 6 gennaio 2021 per poi esservi riammesso nel 2023. Lo scorso novembre il fondatore di Meta aveva cenato con il presidente eletto nel suo resort a Mar-a-Lago e in seguito aveva donato un milione di dollari al fondo per la sua inaugurazione. La volontà di riconciliazione è stata ancora più esplicita nelle recenti nomine ai vertici di Meta. La settimana scorsa il repubblicano Joel Kaplan, ex capo dello staff della Casa Bianca ai tempi della presidenza di Bush figlio, era stato nominato responsabile degli Affari Globali al posto del liberale Nick Clegg, ex vicepremier britannico. "Troppi contenuti innocui vengono censurati, troppe persone vengono recluse per errore nella ’prigione di Facebook’", aveva dichiarato Kaplan in una nota dopo la nomina, asserendo che i meccanismi di moderazione di Menlo Park fossero andati "troppo lontano".