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Germania, Scholz sfiduciato dal Bundestag: tedeschi al voto a febbraio

Alberto Russo
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Il Bundestag ha sancito la fine del tormentato governo Scholz votando contro la fiducia nei confronti del cancelliere tedesco. La mozione ha visto 394 voti contrari al cancelliere, 207 favorevoli (inclusi tre deputati dell’AfD) e 116 astensioni. È stato lo stesso Scholz a chiedere il voto di fiducia, con l’obiettivo di spianare la strada a elezioni anticipate, dopo la rottura della coalizione "semaforo" (Spd, Verdi e Fdp) avvenuta a novembre. Nel suo discorso al Parlamento, il "Kanzler sfiduciato" ha spiegato le ragioni della sua decisione: «È la sesta volta che un cancelliere federale chiede la fiducia in parlamento. In tre casi, con Willy Brandt, Helmut Kohl e Gerhard Schoerder, è stato fatto per chiedere elezioni anticipate. Ed è anche questo il mio obiettivo», ha affermato Scholz. Il cancelliere ha sottolineato la necessità di «coraggio» per affrontare la crisi e investire nel futuro della Germania, puntando su energie alternative, digitale e difesa. Pur ribadendo il sostegno all’Ucraina, Scholz ha escluso l’invio di missili a lungo raggio o di truppe tedesche.

 

 

 

Nel suo intervento, Scholz ha lanciato critiche agli ex partner della Fdp, accusandoli di «sabotaggio», e ha proposto un nuovo patto sociale. Ha dichiarato di voler combattere per un salario minimo di 15 euro e per garanzie sulle pensioni, ponendo l’accento sul «rispetto» verso i lavoratori. Dopo la sfiducia, Scholz ha incontrato il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, per chiedere lo scioglimento del Bundestag, così come previsto dalla Costituzione. Il passaggio precede la designazione formale della data per il voto anticipato, fissata per il prossimo 23 febbraio. Scholz, che aveva assunto il mandato di cancelliere l’8 dicembre 2021, rimarrà in carica con funzioni esecutive fino alla formazione di un nuovo esecutivo. Il dibattito prima del voto è stato segnato da dure critiche. Friedrich Merz, leader della Cdu e probabile prossimo cancelliere, ha definito «imbarazzante» la politica estera di Scholz, accusandolo di aver condotto la Germania nella «più grande crisi economica dal dopoguerra».

 

 

 

Robert Habeck, ministro dell’Economia e candidato per i Verdi, è stato indicato come il «volto della crisi economica» da Merz. Christian Lindner, ex ministro delle Finanze, ha evitato polemiche, sottolineando invece la necessità di garantire la stabilità monetaria della Germania per evitare ripercussioni anche in Europa. Alice Weidel, leader dell’AfD e candidata alla cancelleria, ha accusato Scholz di aver portato il Paese alla rovina, ma ha anche messo in guardia contro la Cdu di Merz, criticandone la politica di sostegno militare all’Ucraina, che potrebbe trasformare la Germania in un bersaglio. Ora la pausa natalizia poi la parola passa alle urne. 

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