Guerra Ucraina-Russia, chi è Denis Kapustin: il neonazista anti-Putin che imbarazza Zelensky
Il nemico del mio nemico è mio amico. È questa la frase che sintetizza meglio i rapporti tra il governo ucraino e Denis Kapustin, un russo di estrema destra definito senza mezzi termini neonazista dal Bnd, il servizio federale di intelligence tedesco, alla guida del Corpo dei Volontari Russi (Cvr), la più grande delle tre milizie russe anti-Cremlino che combattono per l’Ucraina e che hanno come obiettivo rovesciare Vladimir Putin. In un’intervista rilasciata a Politico in un albergo nel centro di Kiev, Kapustin spiega di non volere neri e omosessuali nella sua milizia e si definisce «decisamente di destra», ma respinge l’etichetta di neonazi. Di certo il suo ruolo nella guerra è un’arma a doppio taglio per Kiev. «Noi siamo i cattivi, ma combattiamo contro quelli davvero cattivi», scherza Kapustin, che nelle scorse settimane ha guidato un’operazione in grande stile dei paramilitari nella regione russa di Belgorod, con scontri andati avanti per giorni. Per il governo ucraino il blitz è stata un’operazione molto positiva perché ha messo in evidenza l’incapacità dell’esercito russo di proteggere i confini del proprio Paese. Ma per Kiev ci sono molti rischi nel tenere vicino questo personaggio.
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Le autorità tedesche, infatti, sostengono che Kapustin - a volte noto come Denis Nikitin - sia «uno degli attivisti neonazisti più influenti» nel continente europeo e questa definizione è manna dal cielo per i propagandisti russi, che vogliono mascherare la sanguinosa invasione dell’Ucraina come un tentativo di «denazificare» Kiev. L’uomo è proprietario di una linea di abbigliamento di estrema destra che porta il suo nome di battaglia ’White Rex’, in cui spiccano magliette e cappellini decorati con immagini nazionaliste e xenofobe, nonché con il numero 88, che equivale al saluto nazista ’Heil Hitler’.
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Il Cvr di Kapustin e altri due gruppi paramilitari anti-Putin basati in Ucraina - la Legione della Libertà di Russia ed il Battaglione Siberiano - sono balzati all’attenzione dei media dopo l’operazione lanciata il 12 marzo scorso intorno a Kursk e Belgorod, rimanendo sul suolo russo e combattendo per più di due settimane. Secondo Politico, dietro tutto ciò c’è in realtà Kyrylo Budanov, il capo dell’intelligence militare ucraina (Hur), il quale durante i raid transfrontalieri del mese scorso, ha elogiato i paramilitari russi come «bravi guerrieri» che «ci hanno aiutato fin dal primo giorno e hanno combattuto in molti dei luoghi più caldi dell’Ucraina. Cercheremo di aiutarli il più possibile». Kapustin sottolinea che le milizie hanno libertà di azione una volta oltre confine, ma i raid sono strettamente coordinati con l’Hur, che fornisce assistenza logistica, controlla i loro piani operativi e le armi e li paga. Tutte e tre le milizie fanno formalmente parte delle forze armate ucraine, arruolate nella Legione Internazionale. «Facciamo parte dell’esercito ucraino, ma abbiamo un’agenda politica: sbarazzarci di Putin», il messaggio dell’estremista nato a Mosca che rischia di mettere nei guai Volodymyr Zelensky.
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