Ucraina, Putin non indietreggia: cittadini chiamati alle armi, firmato il decreto
Dopo l'attentato di Mosca, la Russia ha reagito con una prova di forza. La scorsa notte un nuovo bombardamento ha colpito la regione di Leopoli, nell'ovest dell'Ucraina e non lontano dal confine polacco. "Non c’è notte, né giorno in cui il terrorismo russo non cerchi di spezzare le nostre vite. La notte scorsa hanno nuovamente lanciato missili e droni ’Shahed’ contro le persone. Ma noi ci difendiamo, resistiamo, il nostro spirito non si arrende e sa che è possibile scongiurare la morte. La vita può prevalere", ha scritto su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ma Vladimir Putin non ha intenzione di fermare le sue forze e, anzi, ha firmato un decreto sulla coscrizione primaverile dei cittadini russi per il servizio militare nel periodo dal 1 aprile al 15 luglio.
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Questo vuol dire che 150mila persone saranno chiamate alle armi dal decreto, che estende l’età fino ai 30 anni (tre in più rispetto alla chiamata alle armi precedente, nell’autunno 2023). Secondo le nuove regole, entrate in vigore il 1 gennaio, saranno soggetti alla coscrizione obbligatoria i cittadini di età compresa tra i 18 e i 30 anni (esclusi coloro che hanno compiuto 27 anni prima della fine del 2023 e i riservisti che hanno 28 e 29 anni). Il decreto prevede inoltre una moratoria sul servizio per i cittadini che lavorano nelle aziende informatiche; e stabilisce la liberazione dei soldati, dei marinai, dei sergenti e dei caporali che hanno già terminato il loro servizio. Il contrammiraglio Vladimir Tsimlyansky, capo dell’organizzazione e mobilitazione dello Stato maggiore russo, ha riferito la settimana scorsa che le nuove reclute non parteciperanno alla guerra con l’Ucraina nè saranno inviate nelle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, annesse nel 2022.