Russia, dopo la strage l'intelligence di Kiev parla di "attacco informatico": che succede
Il mondo è ripiombato nell'incubo del terrorismo quando, alle 21.32 (ora locale) di ieri, è scattata una sparatoria nella sala concerti Crocus City Hall, nella periferia di Mosca. Secondo l'ultimo bollettino diffuso, sono più di 140 i morti. Una vera e propria strage, che riapre tensioni mai sopite del tutto e che è stata rivendicata dal gruppo noto come Wilayat Khorasan o Isis-Khorasan, branca di Daesh che ha come obiettivo la fondazione di un nuovo califfato che riunisca Iran, Afghanistan e Pakistan, così come alcune ex repubbliche sovietiche a maggioranza islamica. Gli attentatori come i nazisti che occuparono i territori dell’Unione Sovietica: il paragone è del presidente Vladimir Putin, da poco riconfermato per il quinto mandato. Intanto, stando a quanto riferito dall'intelligence ucraina, sono in corso attacchi informatici ai server delle autorità della Federazione russa.
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Lo ha scritto Telegram Rbc-Ukraine, riportando che sono stati bloccati i siti www.avard.gov.ru, www.gov.ru (il sito principale) e il server finale fso.gov.ru. Nessuno sa se l'attacco degli hacker è collegato all'orrore che si è consumato nel cuore di Mosca. Fin dai primi momenti dell'appreso attentato terrorista, però, è partito un rimpallo di responsabilità tra Kiev e il Cremlino. "Assurde": l’Ucraina ha bollato così le accuse arrivate dalla Russia all’indomani dell'assalto alla Crocus City Hall. Un portavoce della direzione dell’intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, ha sottolineato alla Bbc come la zona al confine tra Russia e Ucraina sia "piena di unità dei servizi di sicurezza e militari". E, "anche gli ultimi eventi nella regione (russa) di Belgorod e a Kursk, dove c’è attività militare, significano che questa è una prima linea". Quindi, ha aggiunto, "suggerire che sospetti si stessero dirigendo verso l’Ucraina significherebbe dire che sono stupidi o vogliono suicidarsi".