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Trump diventa anti-Putin: "Lo fermerò", la promessa e il piano per la pace

Paola Tommasi
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Donald Trump non vede l’ora di tornare alla Casa Bianca per mostrare i muscoli a Vladimir Putin, altro che inchinarsi a lui. Il piano segreto per porre fine alla guerra in Ucraina è ben diverso da quello che gli analisti immaginano. Trump minaccerà pesantemente Putin per indurlo alla resa e lavorerà ai fianchi i suoi attuali sostenitori, in particolare la Cina di Xi Jinping, per spingere anche loro ad abbandonarlo. Vuole metterlo in un angolo come un pugile sul ring, e Trump di boxe se ne intende perché è un grande appassionato. Il pugno che mette ko l’avversario è un videomontaggio che usa spesso nei confronti di Joe Biden, ne sta preparando uno altrettanto forte anche per Putin.

 

La prima telefonata che Trump farà il giorno dell’insediamento sarà proprio a Mosca e andrà dritto al sodo, come è nelle sue corde: «Smetti di attaccare l’Ucraina altrimenti io attaccherò te, e tra Stati Uniti e Russia non c’è partita». A Mar-a-Lago, dove di questo si discute quotidianamente, sono convinti che la minaccia funzionerà. Se la facesse Joe Biden non sarebbe credibile, ma se Putin la riceve da Trump abbassa le penne. Fosse anche solo perché lo considera davvero pazzo, e in questo caso meglio lasciarglielo credere.

D’altronde lo ha detto lo stesso Putin non più di un mese fa, il 20 febbraio, che preferisce la rielezione di Biden perché è più prevedibile. Ed è questo che intende Trump anche quando ripete, in continuazione, che la guerra in Ucraina non ci sarebbe mai stata con lui alla Casa Bianca: avrebbe usato la stessa identica minaccia, mentre Biden sull’Ucraina non è lucido e ha sempre avuto un rapporto controverso, per molti riconducibile agli affari di suo figlio Hunter in quel Paese. L’argomento era stato oggetto già della campagna elettorale del 2020.

 

La seconda telefonata sarà per il presidente cinese Xi Jinping. Sul Dragone Donald Trump ha già cambiato posizione rispetto al 2016 e al 2020. Se fino a qualche anno fa ne era un fiero oppositore, soprattutto sul piano della politica commerciale, adesso vuole riallacciare i rapporti. Anche per spiazzare rispetto alle ultime posizioni di Biden sulla Cina, più trumpiane del primo Trump. Le parole per Xi Jinping saranno dello stesso tenore di quelle riservate a Putin. Dal Covid in poi la Cina non ha fatto altro che farsi odiare dagli occidentali, incluse le continue minacce a Taiwan, e adesso vive il momento più buio della sua storia, economicamente e socialmente. Trump tenderà la mano a Xi per cominciare una nuova era prospera senza più ostilità, ma chiederà in cambio a Xi di scaricare Putin.

Ogni frase che Trump pronuncia in pubblico fa il giro del mondo e le interpretazioni si sprecano ma è tutta strategia: se eletto, darà seguito al 10% delle sparate che fa ai comizi. La sconfitta del 2020 gli ha insegnato che quando un populista arriva al potere deve cambiare pelle e integrarsi con le istituzioni. Nel suo primo mandato non lo ha fatto ed è stato cacciato via da Washington, non ha intenzione di ripetere l’errore. È convinto che con Biden gli Stati Uniti non siano rispettati nel mondo e vuole invertire la rotta: se Trump parla lo fa per essere ascoltato. Non ha dubbi che il monito valga anche per Putin.

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