Gaza, affondo di Borrell contro Israele: “Fame usata come arma di guerra”
“A Gaza la fame è usata come arma di guerra. Sì, la fame è usata come arma di guerra, diciamolo. E non è una questione di mancanza di fornitura sufficiente. Abbiamo diversi mesi di cibo fermi nel lato egiziano”. È durissimo nel suo intervento l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, presentatosi davanti al pubblico del Forum umanitario europeo. “A Gaza - ha proseguito l’esponente di Bruxelles - siamo in uno stato di carestia che colpisce migliaia di persone. Il cancelliere Olaf Scholz ha detto al primo ministro Benjamin Netanyahu che non possiamo stare a guardare i palestinesi morire di fame. Quindi, cosa facciamo? Questa carestia non è un disastro naturale, non è un terremoto o un’alluvione, è interamente opera dell’uomo. Da chi? Da chi impedisce che il sostegno umanitario entri a Gaza. A Washington ho osato dire che Israele sta provocando la carestia. Mi hanno chiesto che prove abbia. Chissà quali prove, centinaia di camion stanno aspettando di entrare ed è assolutamente imperativo far lavorare efficacemente il valico e aprirne un altro. E non è solo una questione di volontà politica, Israele deve farlo. Non è una questione di logistica o perché l’Onu non ha fornito abbastanza supporto. Il supporto è lì, che aspetta. I camion sono bloccati e le persone muoiono, mentre i valichi sono artificialmente chiusi”.
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Da Borrell c’è poi un pensiero a tutti i bambini che muoiono nella Striscia: “A Gaza, più che in altri conflitti, sono i bambini a soffrire di più, perché non sanno dove andare né dove nascondersi. Quindi, incoraggio un appello all’azione per i bambini colpiti dalla guerra a Gaza. Questa guerra è una guerra di bambini. In questi mesi a Gaza sono stati uccisi - dice scandendo la parola - più bambini che in tutto il mondo negli ultimi 4 anni. Gaza prima della guerra era la più grande prigione a cielo aperto. Oggi è il più grande cimitero a cielo aperto. Un cimitero per decine di migliaia di persone. Ma anche un cimitero per alcuni dei principi più importanti della legge umanitaria. Questa è la triste situazione a Gaza. Ne parleremo con i ministri per arrivare a una dichiarazione congiunta a livello di leader Ue”.
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Un Borrell senza freni ha poi detto la sua sulla schiacciante vittoria di Vladimir Putin nelle elezioni in Russia: “Non sono state elezioni libere ed eque, senza osservatori dell’Ocse. È un ambiente politicamente molto ristretto. E questo è quello che diplomaticamente posso dire ma c’è molto di più, queste elezioni sono state basate su repressione e intimidazione. E sono state tenute nei territori ucraini occupati violando la sovranità ucraina”.