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Russia, il simulatore dell'apocalisse è realtà: l'ordigno che agisce come la bomba nucleare

Gabriele Imperiale
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La guerra nucleare in Russia non è più un taboo tant’è che all’ombra del Cremlino se ne parla sempre più di frequente. Dopo le dichiarazioni di Vladimir Putin che a pochi giorni dalle elezioni non ha esitato a parlare dell’uso di armi nucleari, gli scienziati dell’accademia militare “Generale Khrulev” hanno brevettato un ordigno che riprodurrebbe gli effetti di una bomba tattica. Un simulatore che dovrebbe “preparare le forze terrestri per operazioni nelle condizioni causate dallo scoppio dell’atomica”. Un mix di tritolo, liquidi infiammabili e sostanze chimiche che riproduce alla perfezione ciò che è avvenuto ad Hiroshima e Nagasaki: il fungo di fuoco, il lampo di luce accecante, l’onda d’urto che si propaga per chilometri. Unica differenza: nessuna radiazione. Ma come sappiamo del simulatore? È stata la Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa, ad annunciarne la creazione in un comunicato. La notizia è stata ripresa da La Repubblica e da Gianluca Di Feo che è andato più nel dettaglio. 

 

 

L’aspetto che fa paura del simulatore è la volontà dei comandi russi di addestrare i propri soldati a combattere sotto una “pioggia di atomiche, abituandoli a misurarsi con la situazione reale provocata dell’arma più devastante”. A confermare le inclinazioni di Mosca, un rapporto dell’International Institute for Strategic Studies che, su ordine del Comando delle forze statunitensi in Europa, ha analizzato gli sviluppi tecnici e dottrinari russi nel campo delle nucleari. In più oggi il pensiero del presidente Putin sulle atomiche sarebbe cambiato e in peggio. Il capo del Cremlino, infatti, ritiene superiore il suo vasto arsenale nucleare. E non sarebbe il solo, perché anche i suoi vertici militari “danno scarsa considerazione all’arsenale di ordigni tattici americani come minaccia significativa. Il rapporto poi dice di più: i russi infatti avrebbero sviluppato “una serie di opzioni a corto e medio raggio che gli danno la convinzione di un vantaggio nella gestione delle crisi, nell’escalation e nel potere di imporre l’esito di un conflitto”. Mentre gli Stati Uniti dal 1992 hanno smantellato gran parte dell’arsenale, Mosca invece ha creato nuovi modelli di missili lanciabili da semoventi terrestri, navi e sottomarini. A rafforzare la percezione dei russi è “la mancanza di una credibile volontà occidentale di utilizzare l’atomica o di sostenere perdite enormi in un conflitto – che, spiega il rapporto – irrobustisce ulteriormente la dottrina e il pensiero aggressivi sull’uso di queste armi”. 

 

 

C’è poi infine un vantaggio sostanziale che ha Mosca sull’Occidente. Nel rapporto è presto spiegato: “Il Cremlino ha fiducia nella capacità di prevedere e rispondere a uno scenario di rafforzamento in modo tempestivo a causa della trasparenza e della lentezza per una simile decisione al Congresso di Washington e nella Nato, così come nella potenziale opposizione dell’opinione pubblica europea a questo cambiamento”. In sostanza il vantaggio del regime sarebbe, spiega De Feo, “decidere subito, senza fare i conti con leggi, procedure parlamentari e sostegni politici. Un potere assoluto, che impugna duemila testate tattiche”.

 

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