Haiti sull'orlo della guerra civile, gang padrone di Port-au-Prince: evacuata ambasciata Usa
Haiti sul baratro della guerra civile con la capitale Port-au-Prince che è in gran parte nelle mani delle bande criminali. I residenti della capitale hanno cercato di mettersi in salvo in seguito all’ultima ondata di violenza tra bande: un gruppo delle Nazioni Unite ha lanciato l’allarme di una "città sotto assedio" dopo che gli aggressori armati hanno preso di mira il palazzo presidenziale e la sede della polizia. I gruppi criminali, che già controllano gran parte di Port-au-Prince e le strade che portano al resto del Paese, hanno scatenato il caos negli ultimi giorni nel tentativo di spodestare il Primo Ministro, Ariel Henry, dalla guida del Paese più povero dell’emisfero occidentale.
Gli ospedali sono sotto attacco, c'è carenza di cibo e molte infrastrutture sono bloccate a Port-au-Prince. "Gli abitanti della capitale vivono confinati, non hanno un posto dove andare", ha avvertito Philippe Branchat, capo dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), descrivendo una "città sotto assedio".
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Di fronte all’escalation delle violenze delle gang, l’ambasciata degli Stati Uniti a Haiti ha iniziato l’evacuazione di parte del suo persona. "L’ambasciata degli Stati Uniti ad Haiti rimane aperta" viene assicurato in un comunicato in cui si spiega che "l’aumento della violenza delle gang nel quartiere vicino al compound dell’ambasciata e nei pressi dell’aeroporto ha spinto il dipartimento di Stato a decidere di organizzare la partenza del personale aggiuntivo dell’ambasciata". Il trasferimento è avvenuto di notte con i militari che hanno trasferito con diversi viaggi in elicottero il personale, tutti cittadini americani, fuori dall’ambasciata e poi hanno rafforzato la loro presenza nel compound, si legge in una dichiarazione dell’U.S. Southern Command, con l’obiettivo di "permettere alla nostra missione diplomatica di continuare ad operare e far partire personale non essenziale".
Intanto il primo ministro Ariel Henry si trova a Puerto Rico ed è impossibilitato a tornare nel Paese sotto la minaccia di "una guerra civile" da parte delle gang che stanno facendo pressioni per le sue dimissioni.