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Mar Rosso, scatta l'allarme per la nave affondata. Greenpeace: "Crisi ecologica"

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È affondata la nave mercantile britannica Rubymar colpita lo scorso 18 febbraio nel Mar Rosso dai missili delle milizie yemenite filo-iraniane degli Houthi mentre transitava nello stretto di Bad al Mandab. A riportarlo è stata l’emittente emiratina "Sky News Arabia", sulla base di quanto reso noto dal governo yemenita con sede ad Aden, riconosciuto a livello internazionale. Secondo lo stesso esecutivo, l’affondamento provocherà "una catastrofe ambientale nelle acque territoriali dello Yemen e nel Mar Rosso". "Senza un intervento immediato, la situazione potrebbe degenerare in una grave crisi ambientale". È l’allarme lanciato da Julien Jreissati, direttore dei programmi di Greenpeace Mena, esprimendo preoccupazione per l’affondamento nel Mar Rosso del mezzo. "Oltre a ulteriori perdite di olio combustibile dai motori, l’affondamento della nave potrebbe rompere ulteriormente lo scafo, permettendo all’acqua di entrare in contatto con le migliaia di tonnellate di fertilizzanti a bordo, che potrebbero poi essere rilasciate nel Mar Rosso e alterare l’equilibrio degli ecosistemi marini, innescando effetti a cascata in tutta la rete alimentare", è l’allerta fatta scattare da Jreissati.

 

 

 

Sul problema ecologico aveva immediatamente richiamato l’attenzione il primo ministro del governo yemenita riconosciuto a livello internazionale, Ahmed Awad Bin Mubarak, che ha definito l’affondamento della Rubymar "un disastro ambientale senza precedenti". "È un nuovo disastro per il nostro Paese e per il nostro popolo", ha scritto su X il premier. E ancora: "Ogni giorno paghiamo per le avventure delle milizie Houthi, che non si sono fermate nel far precipitare lo Yemen nel disastro del colpo di Stato e nella guerra". Gli Houthi detengono la capitale dello Yemen, Sanaa, dal 2014, e hanno espulso il governo; dal 2015 combattono contro la coalizione a guida saudita in una guerra che è in stallo.

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