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Houthi, nuovi bombardamenti di Usa e Gran Bretagna sullo Yemen: colpita la capitale

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Nuovo capitolo nella rappresaglia statunitense all’uccisione di tre soldati americani in Giordania: dopo i bombardamenti Usa in Siria e Iraq e in una situazione di crescente escalation in Medio Oriente, i caccia di Washington e Londra hanno lanciato una operazione contro obiettivi in Yemen, dove i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran hanno ripetutamente attaccato navi da guerra e navi commerciali nel Mar Rosso. Nel mirino 13 aree controllate dai ribelli Houthi, in tutto 39 bersagli, compresi quelli nella capitale Sana'a. Appena 24 ore prima i cacciabombardieri Usa avevano colpito siti delle milizie filo-iraniane e dei Pasdaran in Iraq e Siria. «Il nostro obiettivo rimane quello di allentare le tensioni e ripristinare la stabilità nel Mar Rosso ma ribadiamo il nostro avvertimento alla leadership Houthi, non esiteremo a continuare a difendere vite umane e il libero flusso del commercio in una delle vie d’acqua più critiche del mondo di fronte alle continue minacce», hanno fatto sapere Usa e Gb in una nota congiunta sottoscritta anche da Australia, Bahrein, Canada, Danimarca, Paesi Bassi e Nuova Zelanda. 

 

 

I ribelli Houthi hanno già detto che risponderanno «all’escalation con l’escalation». Gli attacchi hanno preso di mira strutture di stoccaggio di armi nascoste nel sottosuolo, batterie missilistiche, sistemi di difesa aerea e radar. Secondo il Comando centrale Usa, è stato anche colpito un missile da crociera che era pronto per essere lanciato nel Maro Rosso, «una minaccia imminente». Le forze statunitensi insistono sul fatto che le azioni hanno lo scopo di «degradare le capacità degli Houthi (e impedir loro) di continuare i loro attacchi sconsiderati e illegali contro navi statunitensi e britanniche e contro la navigazione commerciale nel Mar Rosso, nello Stretto di Bab al Mandel e nel Golfo di Aden». Si tratta della terza operazione congiunta di Usa e Gb da quando, l’11 gennaio, i due Paesi hanno attaccato lo Yemen per la prima volta; ma il gruppo ribelle ha continuato i suoi attacchi contro navi internazionali lungo la strategica via di collegamento commerciale. 

 

 

I ribelli assicurano che le operazioni non influiscono sulle loro capacità militari e da allora hanno addirittura intensificato gli attacchi contro navi mercantili e da guerra. Non solo. Da metà ottobre, i gruppi sostenuti dall’Iran hanno lanciato più di 160 attacchi contro le truppe americane in Iraq, Siria e Giordania. L’Iran e l’Iraq hanno avvertito sabato che gli attacchi statunitensi potrebbero innescare una maggiore instabilità in tutta la regione. Di fronte a questa nuova operazione, un portavoce Houthi ha avvertito che i ribelli risponderanno ai bombardamenti di Washington e Londra finché le loro richieste non saranno soddisfatte. «O si ferma l’aggressione contro Gaza o ci sarà una guerra fino al giorno del giudizio», ha minacciato il capo dei ribelli, che hanno giurato «guerra a tutto campo» a Usa e Gb e organizzano settimanalmente imponenti manifestazioni contro i due Paesi, che accusano di essere «aggressori» e «colonizzatori». Gli Houthi, insieme alle milizie filo-iraniane in Iraq, al gruppo sciita libanese Hezbollah e ai movimenti palestinesi Hamas e Jihad islamica, fanno parte del cosiddetto ‘Asse della Resistenza’, un’alleanza guidata dall’Iran e profondamente anti-israeliana e anti-americana. E gli Houthi da quasi un decennio resistono alle campagne aeree della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita, intervenuta nella guerra in Yemen dal 2015.

 

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