Houthi, attacco ad un'altra petroliera. La reazione di Usa e Gran Bretagna
Le forze americane hanno colpito una posizione Houthi nello Yemen dopo che i ribelli sciiti hanno attaccato una petroliera britannica ora in fiamme nel Golfo di Aden. «Verso le 3:45 ora locale il Comando militare statunitense per il Medio Oriente (Centcom) ha effettuato un attacco contro un lanciatore di missili antinave Houthi pronto a far fuoco nel Mar Rosso», si legge su X, dove il CentCom specifica che si trattava di una «minaccia imminente» per i cacciatorpediniere e le navi mercantili americane nella regione. I ribelli vicini all’Iran, che stanno intensificando gli attacchi contro il traffico mercantili nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, hanno riferito ieri sera di aver lanciato «missili» contro una «petroliera britannica, la Marlin Luanda», precisando che la nave, «colpita frontalmente, ha preso fuoco». Il portavoce militare dei ribelli, Yahya Saree, ha aggiunto che l’attacco è stato effettuato a sostegno del popolo palestinese e «in risposta all’aggressione britannica e americana contro il nostro Paese».
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Il gruppo Trafigura, che gestisce la Marlin Luanda, ha comunicato che non sono state segnalate vittime. «L’equipaggio continua i suoi sforzi per tenere sotto controllo l’incendio con l’assistenza di navi militari». La TV Al-Masirah gestita dagli Houthi ha detto che gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno poi lanciato due attacchi aerei sul porto di Ras Issa nella provincia di Hodeida, sede del principale terminal di esportazione del petrolio dallo Yemen. I ribelli non hanno fornito i dettagli dell’attacco, che non è stato confermato né da Washington né da Londra.
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Venerdì gli Stati Uniti avevano distrutto un missile balistico antinave lanciato «dalle aree dello Yemen controllate dagli Houthi» e diretto contro un cacciatorpediniere di classe Arleigh-Burke, una nave da guerra statunitense. Inoltre giovedì Washington e Londra hanno annunciato sanzioni contro quattro alti funzionari Houthi, accusati di essere coinvolti nell’organizzazione di questi attacchi. Queste tensioni hanno spinto alcuni armatori a sospendere i transiti attraverso il Mar Rosso, che normalmente accoglie fino al 12% del commercio mondiale, e ad aggirare l’Africa per raggiungere l’Asia e l’Europa. Le ripercussioni sul traffico marittimo e sul commercio mondiale si fanno già sentire.
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