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Hezbollah alza il tiro: la risposta all'attacco di Beirut sarà "ineluttabile"

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Il capo di Hezbollah ha minacciato Israele, affermando che la risposta all’uccisione del numero due di Hamas, Saleh al-Arouri, sarà "ineluttabile" sul "campo di battaglia". Già in un primo discorso tenuto dopo la morte di al-Arouri, avvenuta martedì scorso a Beirut, Hassan Nasrallah aveva assicurato che "non sarebbe restata impunita". Oggi Nasrallah ha affermato che "non possiamo mantenere il silenzio su una violazione di questa portata poiché significherebbe che tutto il Libano resterebbe esposto" in futuro. "Noi combattenti di tutte le zone di confine risponderemo a questa pericolosa violazione", ha aggiunto. Intanto, una folla di migliaia di persone si è radunata ieri nella capitale libanese per il funerale del comandante di Hamas, Saleh al Arouri, numero due dell’organizzazione terroristica palestinese, ucciso da un drone lo scorso 2 gennaio.

 

 

Gli Hezbollah libanesi e Hamas hanno accusato Israele sin dal primo momento, proferendo minacce di ritorsioni e vendetta che hanno fatto temere che il conflitto in corso potesse allargarsi al Libano. Al contrario la risposta degli Hezbollah, al momento, non è andata oltre attacchi verbali e lanci di razzi che non rappresentano una novità rispetto al recente passato. Un'eventuale escalation non è nelle mani del fragile governo di Beirut, ma degli sciiti alleati di Teheran. Una minaccia che Israele non sottovaluta: circa 80 mila i civili evacuati dal confine con il Libano e 200 mila i soldati che lo Stato ebraico ha schierato in un’area dove la tensione non era così alta dal 2006.

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