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Expo 2030, Roma presenta la sua candidatura ma Parigi appoggia Riad

Martina Zanchi
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Nel giorno in cui il premier italiano Giorgia Meloni è salita sul palco dell’assemblea generale del Bureau International des Expositions per convincere gli Stati membri ad assegnare Expo 2030 a Roma, l’Eliseo ha ufficializzato il voto della Francia per la saudita Riad. «È una decisione presa l’anno scorso che vale solo per il primo turno», hanno rivelato fonti dell’esecutivo d’Oltralpe durante un briefing con i giornalisti a Parigi, quando da poco si era conclusa la plenaria del Bie. Un impegno, quello francese, che sarebbe stato deciso «anche per condurre l’Arabia Saudita a prendere impegni nei nostri confronti su temi importanti per noi».

La Francia di Macron si schiera così al fianco della monarchia di Mohammad bin Salman, nonostante solo tre mesi fa l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, abbia sottolineato che quella di Roma è l’unica canddidatura europea in corsa per Expo 2030. E non sembra aver inficiato l’orientamento transalpino la lettera firmata da dodici associazioni del mondo arabo, indirizzata al segretariato generale del Bie, con la richiesta di escludere Riad da Expo per le violazioni dei diritti umani perpetrate dall’Arabia Saudita. Una situazione interna che, secondo i firmatari, contraddice gli stessi valori fondanti dell’Esposizione universale. La notizia, comunque, non sembra aver stupito Meloni. «Mi pare che da tempo la Francia abbia espresso il suo sostegno a Riad, ma non è stato oggetto del nostro confronto», ha commentato a margine del summit di Expo e del bilaterale con il presidente Emmanuel Macron. «Non mi permetto di giudicare - ha aggiunto il premier - noi ci concentriamo su chi non ha ancora espresso le sue preferenze».

Intanto, saltata la candidatura di Odessa - il cui progetto non è stato considerato fattibile dal Bie a causa dell’aggravarsi del conflitto in Ucraina - e al netto dell’incognita Busan, per molti osservatori Riad è ancora favorita in vista del voto di novembre sebbene l’Italia risulti insidiosa in ottica ballottaggio. Il comitato promotore di Roma ha voluto marcare la differenza con le avversarie schierando di fronte al Bureau «ambassador» e testimonial d’eccellenza, per la maggior parte donne. A partire dalla conduttrice Mia Ceran affiancata dalla giovanissima Elisa Pasquini, la bimba protagonista del video promozionale, fino alla Ceo di «Italia Africa Business Week» Mehret Tewolde. I vantaggi di un’Esposizione italiana in termini di cooperazione internazionale sono stati esposti dal segretario generale della Fondazione Avsi, Giampaolo Silvestri. Ed è stato accolto da fragorosi applausi l’ingresso sul palco di Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea e già ambasciatrice dell’Expo di Milano 2015.

«Inclusione e condivisione ha sottolineato Cristoforetti sono concetti che risiedono nel nostro Dna di italiani».Tematiche, queste, che non a caso sono al centro del dossier di oltre seicento pagine, dal titolo «Persone e Territori», che contiene la proposta di Roma per il 2030 e che ieri è stato illustrato all’assemblea. Il focus è sulla riqualificazione del quadrante di Tor Vergata, in cui è previsto l’allestimento del sito principale e le cui strutture resteranno in eredità ai cittadini anche dopo l’Esposizione, fino alla realizzazione di un «boulevard» in cui collocare i padiglioni nazionali e lungo il quale ogni Paese ospite avrà la stessa visibilità. «Non ci saranno seconde file», è la promessa di Roma al mondo. E in questo senso si muove anche l’impegno, assunto dal comitato promotore italiano e dal sindaco Gualtieri, di includere Odessa nell’organizzazione di Expo qualora fosse la Capitale ad aggiudicarselo. Tra i punti di forza della candidatura di Roma c’è l’approfondito lavoro svolto per garantire la sostenibilità ambientale del sito espositivo. «Stiamo proponendo ai nostri partner la dimostrazione che è possibile costruire un progetto su larga scala senza deturpare la Terra», ha spiegato il presidente Giorgia Meloni, ribadendo ulteriormente l’impegno e l’unità di tutto il sistema Italia per vincere la sfida di Expo.

Dalla rigenerazione urbana al mondo del cinema. Ad aprile una delle tappe proposte agli ispettori del Bie durante la visita nella Capitale sono stati gli studios di Cinecittà e ieri, nella plenaria del Bie, il discorso introduttivo è stato affidato a Russel Crowe, indimenticabile protagonista del film «Il Gladiatore». Spenti i riflettori e concluso lo spettacolo finale «Humanlands -Together for Humanity», che ha visto l’esibizione della cantante Elisa nella sede settecentesca dell’Ambasciata italiana a Parigi, l’attenzione è ora proiettata verso il voto finale di novembre. Ma la campagna elettorale va avanti. Oggi a Roma è atteso l’arrivo del presidente Luiz Inàcio Lula da Silva, capo del governo del Brasile, uno dei 170 Stati membri del Bureau. Lula incontrerà Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, recandosi anche in udienza da Papa Francesco. Tappa finale nella Città eterna sarà il Campidoglio, dove è atteso nell’ufficio del sindaco. E c’è da scommettere che Gualtieri - che ieri ha incassato nuovamente il sostegno della collega parigina Anne Hidalgo - aprirà per il presidente brasiliano la finestra del balconcino affacciato sui Fori imperiali. Una vista unica, che ha già stregato gli ispettori del Bie.

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