Boris Johnson, “deliberatamente ingannato il Parlamento”. Il rapporto lo condanna
L'ex premier britannico Boris Johnson ha "deliberatamente ingannato il Parlamento" sul partygate, lo scandalo delle feste organizzate a Downing Street tra il 2020 e il 2021 in spregio alle misure anti-Covid. È quanto sostiene l'atteso rapporto sul partygate del Comitato per i privilegio della Camera dei comuni, secondo cui le azioni di Johnson avrebbero meritato una sospensione di 90 giorni dal parlamento. BoJo si è, tuttavia, dimesso da parlamentare venerdì scorso e non potrà quindi essere raggiunto da tale provvedimento.
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L'inchiesta, in particolare, mirava ad accertare se Johnson avesse ingannato il parlamento su quelle che lui ha sempre definito "riunioni di lavoro legali" volte a risollevare il morale tra i membri dello staff oberati di lavoro durante la pandemia. La commissione, guidata dal giudice in pensione Heather Hallett, dovrà tenere udienze fino al 2026: dovrà indagare sulla preparazione del Regno Unito a una pandemia, su come il governo ha risposto e su quali lezioni si possono trarre per il futuro. Sono attesi come testimoni scienziati e funzionari di alto livello, tra cui lo stesso Johnson. Hallett, che ha il potere di convocare le prove e interrogare i testimoni sotto giuramento, è attualmente impegnato in una battaglia legale con il governo per la sua richiesta di vedere un insieme inedito di quaderni, agende e messaggi WhatsApp tra l’ex premier e altri funzionari. E per ora la prima tranche dell’inchiesta ha prodotto un risultato: BoJo è colpevole.
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