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Migranti, Scholz tende la mano a Meloni: “Non possiamo lasciare sola l'Italia”

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«Italia, Grecia e gli altri Paesi mediterranei affrontano una sfida enorme, poiché il numero dei rifugiati che arrivano ai loro confini è in aumento. Non possiamo lasciare l’Italia e gli altri Paesi da soli, ma dobbiamo adottare un approccio di solidarietà e responsabilità». Il messaggio in tema di immigrazione è del cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Scholz arriva oggi a Roma, per colloqui con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il capo dello Stato, Sergio Mattarella. «La Germania», ha sottolineato nel colloquio con il quotidiano, «è particolarmente colpita dall’immigrazione secondaria, lo scorso anno non solo più di un milione di donne e uomini provenienti dall’Ucraina sono fuggiti nella Repubblica Federale, ma anche 230 mila rifugiati provenienti da altri Paesi sono venuti da noi, nonostante non abbiamo un confine esterno dell’Ue». «Pertanto - ha proseguito Scholz - abbiamo bisogno di una distribuzione solidale di responsabilità e competenza fra gli Stati membri dell’Ue nonché del rispetto degli standard per chi richiede protezione nelle procedure di asilo e di integrazione negli Stati dell’Ue». 

 

 

Il governo tedesco, ha assicurato il cancelliere, «è fortemente impegnato in una riforma del Sistema europeo comune d’asilo e a nostro avviso ciò richiede ulteriori sforzi a livello comunitario per rendere più efficaci il controllo e la protezione delle frontiere esterne, in modo umano e nel rispetto delle regole vigenti». «Sulla forma esatta delle proposte, intense discussioni sono in corso a Bruxelles e anche la Germania vi contribuisce», ha evidenziato Scholz, che sul tema ha proseguito così: «Inoltre, proponiamo di lavorare con i Paesi d’origine e quelli di transito per ridurre in modo sostenibile gli arrivi irregolari e consentire invece vie d’accesso legali. Questo non è in contraddizione con la posizione dell’Italia. Le relazioni tra Italia e Germania sono strette, basate sulla fiducia e molto solide. E questo vale non solo per i nostri Paesi e le nostre società, ma anche per la cooperazione con il governo italiano».

 

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