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La controffensiva ucraina sarà "impressionante". Cosa sa il generale Petraeus, svolta nella guerra?

Luca De Lellis
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Siamo entrati in una fase cruciale della guerra tra Russia e Ucraina. Da una parte le bombe russe sulle regioni di Belgorod e di Kherson, che oltre a devastare le zone degli attacchi stanno anche ferendo e uccidendo i civili inermi. Dall’altra Volodymyr Zelensky che, come ha ammesso lui stesso in un’intervista rilasciata al Wall Street Journal, “è pronto a lanciare una controffensiva”. Il presidente ucraino si è anche lasciato andare poi a considerazioni tanto oneste quanto crudeli. Mosca è più forte per vie aeree rispetto alla difesa che può opporre, ergo “un gran numero di soldati morirà” nell’operazione.

 

I terzi incomodi, nonché primi interessati alle vicissitudini del conflitto sono sempre gli americani. E riguardo alle parole del leader di Kiev, si è espresso anche il generale statunitense David Petraeus, che ha svelato a Bbc Radio4 di essersi incontrato recentemente proprio con Zelensky e altri funzionari militari, e di aver carpito quanto la controffensiva pensata dal governo ucraino sia “impressionante”, perché “sono determinati a liberare il proprio Paese”. L’ex direttore della Cia che ha guidato le forze armate nei conflitti in Iraq e in Afghanistan, ha spiegato le motivazioni che si celano dietro le proprie convinzioni: “Sono abbastanza categorici sul fatto che vincere per loro significa liberare tutto il loro territorio”.

 

Ad ogni modo, Zelensky nutre dei dubbi rispetto all’evolversi dell’azione militare, nonostante, parole sue, “crediamo fermamente che avremo successo”. Ma d’altronde in guerra di certezze ne esistono ben poche, se non la morte e la distruzione: “Non so quanto tempo ci vorrà”, ha confessato. “A essere trasparenti, può andare in vari modi, completamente diversi. Ma la faremo e siamo pronti”. L’intervista al quotidiano americano si è conclusa anche con una strigliata provocatoria nei confronti degli alleati: “Avremmo voluto avere un maggior numero di armi dall'Occidente per la prossima campagna, ma non possiamo aspettare per mesi”, perché bisogna reagire subito per non alimentare la fame di conquista di “quell’animale, quella bestia”. Ecco come Zelensky apostrofa Vladimir Putin. Su queste basi, la guerra è ancora molto lontana da una tregua. 

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