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Drone militare intelligente si ribella: "Ha ucciso l'operatore", imbarazzo Usa

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Durante una simulazione, un drone controllato dall’intelligenza artificiale ha adottato «delle strategie completamente inaspettate per raggiungere il suo obiettivo» arrivando a uccidere, virtualmente, l’operatore umano. A rivelarlo è stato il colonnello Tucker Cinco Hamilton, a capo dell’unità dei test ed operazioni con Ai dell’Air Force americana, durante un conferenza che si è svolta nei giorni scorsi a Londra. Ma una portavoce dell’Air Force Ann Stefanek smentisce che questa simulazione abbia avuto luogo. «Il dipartimento dell’Air Force non ha mai condotto simulazioni con i droni-Ai di questo tipo e rimanere impegnata per un uso etico e responsabile dell’intelligenza artificiale - ha detto - sembra che le parole del colonnello sia state prese fuori contesto». Le forze armate Usa hanno adottato l’intelligenza artificiale e recentemente l’hanno usata per controllare gli F16.

In realtà, il racconto di Hamilton era stato circostanziato, con il colonnello che aveva spiegato che al drone era stato dato l’ordine di distruggere un sistema di difesa aerea nemico e di attaccare chiunque interferisse con questo obiettivo. Ma a questo punto l’operatore umano gli poteva dire di non uccidere quello che il drone interpretava come minaccia.  «Allora cosa ha fatto? ha ucciso l’operatore, perché gli stava impedendo di raggiungere il suo obiettivo», ha aggiunto Hamilton, secondo quanto riferisce il Guardian sottolineando che ovviamente si parla sempre di una simulazione virtuale.

 

Si è cercato di risolvere informando il sistema che non si deve uccidere l’operatore, ma il drone, operato dall’intelligenza artificiale, ha «iniziato a distruggere la torre di comunicazione che l’operatore usa per comunicare con i droni». Hamilton concludeva che il test conferma che non bisogna affidarsi troppo all’intelligenza artificiale, e che «non si può avere un dibattito su questo se non si parla di etica e di Ai». In un’intervista lo scorso anno con Defense IQ, Hamilton aveva detto che «Ai non è una moda, Ai sta cambiando per sempre la nostra società e le nostre forze armate». Inoltre avvisava che l’Ai è «molto fragile, può essere facilmente ingannata e manipolata, dobbiamo sviluppare modi per renderla più robusta e avere maggiore consapevolezza sul perché prende alcune decisioni».

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