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Turchia, vince Erdogan: rieletto presidente: "Si apre il nostro secolo"

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La Turchia ha scelto Recep Tayyip Erdogan. Nel ballottaggio per le elezioni presidenziali tenutosi oggi, i turchi hanno deciso di affidare un nuovo mandato di cinque anni al 'sultano' Erdogan, che fra gli anni da premier e quelli da capo dello Stato è al potere da 20 anni. Con il 99,67% dei voti conteggiati, Erdogan ha ottenuto il 52,13% dei voti, mentre lo sfidante Kemal Kilicdaroglu, candidato unitario di una coalizione di 6 partiti d'opposizione e leader del principale partito di opposizione di centro-sinistra Chp, si è fermato al 47,87%. Una vittoria netta, ma da cui emerge un Paese spaccato. L'affluenza è stata alta nonostante sia calata rispetto al primo turno, attestandosi circa all'85% contro l'88,84% del 14 maggio.

"Con questa vittoria si sono aperte le porte del 'secolo della Turchia'", sono state le parole di Erdogan, che ha dichiarato la vittoria parlando a una folla di sostenitori a Istanbul davanti casa sua, in cima a un bus usato per la campagna elettorale. Non era ancora terminato lo spoglio quando una marea di sostenitori del presidente in carica si è riversata per le strade di Istanbul a festeggiare sventolando bandiere rosse della Turchia e del partito di governo Akp. "Ringrazio ogni membro della nostra nazione per avermi affidato la responsabilità di governare questo Paese ancora una volta per i prossimi cinque anni", ha detto loro Erdogan. "Bye bye Kemal", ha aggiunto poi riferendosi allo sfidante sconfitto. E ancora: "L'unico vincitore di oggi è la Turchia".

È la prima volta che Erdogan non vince le elezioni al primo turno. Kilicdaroglu, che lo ha costretto ad andare al ballottaggio, in un discorso infuocato tenuto nel quartier generale dell'opposizione ad Ankara, ha ringraziato i circa 25 milioni di turchi che hanno votato per lui ed è tornato a condannare il governo autoritario di Erdogan: "Dovete sapere che ci opporremo alle difficoltà che ci attendono", ha detto. E ancora, ai sostenitori: "Alzatevi e camminate con orgoglio".

La scelta del presidente era cruciale perché avrà implicazioni ben oltre Ankara. La Turchia è infatti un crocevia fra Europa e Asia e svolge un ruolo chiave nella Nato. I due candidati offrivano visioni nettamente diverse del futuro del Paese, oltre che del suo recente passato. Differenze che Kilicdaroglu, 74 anni, ha voluto sottolineare anche nelle dichiarazioni rilasciate dopo aver votato: "Invito tutti i miei concittadini a recarsi alle urne, per liberarsi da questo regime autoritario e affinché arrivi la democrazia", aveva detto parlando dopo aver imbucato la scheda ad Ankara. Erdogan, 69 anni, ha votato invece a Istanbul: "Prego Dio che queste elezioni siano positive per il nostro Paese e la nostra nazione", aveva detto, sottolineando che si trattava del primo ballottaggio delle presidenziali nella storia della Turchia.

Il 'sultano' arrivava a questo secondo turno favorito. La performance di Erdogan è giunta nonostante le critiche contro di lui, legate essenzialmente alla situazione economica con l'alta inflazione e alla lentezza nella risposta al terremoto che nel sudest del Paese ha provocato oltre 59mila vittime, oltre che alla situazione della democrazia. Il 14 maggio i turchi avevano già confermato al suo partito Akp la maggioranza in Parlamento e al primo turno delle presidenziali gli avevano assegnato un vantaggio di circa 5 punti percentuali su Kilicdaroglu, ma aveva mancato di poco la vittoria: si era attestato al 49,52% dei voti, mentre Kilicdaroglu si era fermato al 44,9%. Dopo la prima tornata, Erdogan aveva ricevuto l'endorsement del candidato arrivato al terzo posto, l'ultranazionalista Sinan Ogan, che aveva raccolto il 5,2% dei voti; un endorsement che tuttavia non assegnava a Erdogan in automatico questo bottino di preferenze visto che i sostenitori di Ogan non possono considerarsi un blocco monolitico. Dal canto suo Kilicdaroglu, dal profilo solitamente pacato, nel tentativo di far oscillare verso il suo campo i nazionalisti aveva inasprito la sua posizione promettendo di rimandare indietro milioni di rifugiati nel caso in cui venisse eletto e aveva respinto ogni possibilità di negoziati di pace con i militanti curdi. A lui aveva annunciato mercoledì il suo sostegno il leader della formazione di estrema destra Partito della vittoria, Umit Ozdag, che aveva spiegato di avere raggiunto con Kilicdaroglu un'intesa sulla necessità di rimpatriare milioni di migranti entro l'anno. Negli ultimi giorni si erano susseguiti comunque appelli ad andare alle urne, visto che si pensava che a fare la differenza potessero essere gli 8 milioni di cittadini che il 14 maggio non erano andati a votare.

In questo secondo turno, fin dalla diffusione dei primi risultati preliminari i media di Stato - l'agenzia di stampa Anadolu e la tv Trt - hanno sempre dato Erdogan in vantaggio; successivamente anche l'agenzia Anka vicina all'opposizione, che inizialmente dava un testa a testa con Kilicdaroglu in leggero vantaggio, si è allineato a quei dati dando Erdogan verso la vittoria. Fra i primi leader internazionali a congratularsi l'emiro del Qatar e il premier ungherese Viktor Orban: "Congratulazioni al Presidente turco Recep Tayyip Erdogan per la sua indiscutibile vittoria elettorale!", ha twittato Orban.

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