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La rivelazione del New York Times: droni sul Cremlino inviati dai servizi segreti ucraini

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I servizi di sicurezza ucraini sarebbero dietro l’attacco con droni al Cremlino di inizio maggio, nonostante la smentita del presidente Volodymyr Zelensky. Lo riporta il New York Times, citando funzionari dell’intelligence statunitense, i quali hanno spiegato di non sapere quale unità speciale abbia effettuato l’attacco il 3 maggio o se Zelensky o altri esponenti del governo ne fossero a conoscenza. Alcuni funzionari ritengono che il presidente non lo sapesse. Ma il consenso, a seguito di una valutazione preliminare, è che siano stati gli ucraini a inviare due droni verso il Cremlino, come sostenuto dalla Russia. Questa ipotesi si basa su comunicazioni intercettate sia dalla Russia che dall’Ucraina nelle quali da una parte funzionari russi hanno incolpato Kiev per quello che hanno definito un attacco a sorpresa, alimentando dubbi sulla teoria dell’operazione sotto "falsa bandiera", dall’altra funzionari ucraini, pur non essendo a conoscenza diretta dell’attacco, hanno affermato di ritenere che il loro Paese fosse il responsabile ultimo dell’operazione, precisa il New York Times.

 

 

 

Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato l’abbattimento, da parte della difesa dell’Ucraina, di 36 droni russi di fabbricazione iraniana accusando Mosca di «continuare a terrorizzare l’Ucraina». Come ha scritto sul suo profilo Telegram. «È stata una notte difficile. Il nemico ha usato 36 Shahed per continuare a terrorizzare l’Ucraina. Nemmeno uno di essi ha raggiunto l’obiettivo. Sono grato alle nostre forze di difesa aerea per il risultato del 100%».

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