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Lukashenko "gravemente malato". Giallo sul leader bielorusso: "Avvelenato"

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È giallo per le condizioni di salute del presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko. L'alleato più attivo di Vladimir Putin sarebbe ricoverato ma "non ci sono notizie ufficiali da Minsk circa la salute di Lukashenko" e "noi ci atteniamo a quelle", ha tagliato corto  il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Le voci sul leader bielorusso sono insistenti. Avrebbe "contratto un virus", mentre alcune fonti ritengono che sia stato "avvelenato". Lukashenko non partecipa a eventi pubblici da martedì scorso e ieri non è apparso a una cerimonia che si è tenuta a Minsk. Il leader 68enne non si fa vedere in pubblico da  quando si è recato a Mosca per partecipare alle commemorazioni della sconfitta della Germania nazista nel 1945. Molti giornalisti hanno notato che Lukashenko sembrava stanco e non aveva partecipato a un pranzo ospitato dal Presidente russo Vladimir Putin e a cui erano presenti i leader dell’Armenia e dei Paesi dell’Asia centrale.

 

Andrei Kolesnikov, giornalista del quotidiano russo Kommersant, ha scritto che Lukashenko sembrava "indisposto" e ha dovuto farsi accompagnare vicino al Cremlino in un’auto elettrica. Rompendo con la tradizione, Lukashenko non si è nemmeno rivolto ai veterani di guerra bielorussi il 9 maggio. I suoi portavoce non hanno rilasciato alcun commento in merito.

 

Svetlana Tikhanovskaja, ex candidata di opposizione alla presidenza in Bielorussia, ha esortato a prepararsi "a qualunque scenario" commentando le voci sui presunti problemi di salute di Lukashenko che si sono intensificate dopo che il presidente ha disertato per la prima volta in quasi trent’anni le celebrazioni per la Festa della bandiera. "Ci sono molte voci", ha detto l'esponente dell'opposizione, "per noi, significa una sola cosa: dovremmo essere pronti per qualunque scenario. Abbiamo bisogno di una comunità internazionale che sia proattiva e rapida", ha aggiunto Tikhanovskaja fuggita dal paese dopo aver denunciato i risultati delle ultime presidenziali, nell’agosto 2020, che avevano confermato Lukashenko. 

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