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L'Ucraina mette la Crimea nel mirino, drone fa l'inferno. Medvedev: Kiev da distruggere

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La riconquista del Crimea è sempre più in cima negli obiettivi dell'Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky oggi ha spiegato che la preparazione della controffensiva è nella fase finale e prevede la liberazione della penisola di Crimea annessa unilateralmente dalla Russia anni fa. Un drone ha attaccato un deposito di petrolio a Sebastopoli provocando un incendio. 

 

Il deposito in fiamme si trova nel porto che è la base della Flotta russa del Mar Nero nella penisola della Crimea, la cui annessione alla Federazione risale al 2014. "Secondo i dati preliminari, l’incendio è stato causato dall’impatto di un drone»" ha dichiarato Mikhail Razvozhaev, governatore di Sebastopoli. L’incendio, esteso su un’area di quasi 1.000 metri quadrati, è già stato spento dai servizi di emergenza. Non ci sarebbero feriti. L'attacco segue episodi analoghi e per questo motivo è stata sospesa la parata militare del 9 maggio. Nei giorni scorsi, il Servizio di sicurezza federale ha dichiarato di aver sventato un attacco dinamitardo all’ospedale navale della capitale della penisola, Simferopol.

 

"Attenzione" sulla Crimea che provoca la reazione rabbiosa del vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, già presidente della Federazione. La "distruzione di massa" del "regime nazista" dell’Ucraina è "l’unica risposta" alla controffensiva di Kiev, ha tuonato  in un post su Telegram. Per Medvedev è necessario infliggere la "massima sconfitta militare alle Forze Armate dell’Ucraina" e "il rovesciamento definitivo del regime nazista a Kiev con la sua completa smilitarizzazione su tutto il territorio dell’ex Ucraina". Medvedev invoca anche "atti punitivi contro figure chiave del regime nazista, indipendentemente dalla loro ubicazione e senza limiti temporali". 

 

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