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Attentato a Tel Aviv, ucciso un italiano: è l'avvocato romano Alessandro Parini

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Un turista italiano è morto in un attentato sul lungomare di Tel Aviv, mentre altri due connazionali sono rimasti feriti. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato la morte di Alessandro Parini, avvocato romano di 35 anni, arrivato venerdì in Israele con amici per turismo e ucciso "nel vile attentato", dopo giorni di crescente escalation tra israeliani e palestinesi. "Il terrorismo non ha pietà, va condannato con grande fermezza", ha rimarcato Tajani, che ha anche parlato con il padre di Parini, "la Farnesina è al lavoro". I due feriti italiani "non sarebbero in condizioni gravi", ha aggiunto il ministro. Cordoglio unanime è stato espresso dalle più alte cariche dello Stato, dalla premier Giorgia Meloni, che ha anche manifestato "solidarietà allo Stato di Israele", ai presidenti di Camera e Senato.

Secondo la ricostruzione dei fatti, l'attentatore si è lanciato ad alta velocità sulla folla che passeggiava lungo l'area del lungomare di Tel Aviv e ha sparato ai passanti. La sua auto si è ribaltata, probabilmente a causa dei tentativi fatti per neutralizzarlo.

L'aggressore, che sarebbe un arabo israeliano, è stato ucciso dal fuoco della polizia. Diverse persone sono rimaste ferite, si tratterebbe di cittadini britannici e due italiani. Tutti turisti, secondo i media locali. La Jihad islamica ha rivendicato l'attacco, come "risposta naturale e legittima ai crimini dell'occupazione contro il popolo palestinese". Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato il richiamo di tutti i riservisti della polizia di frontiera dopo i fatti di Tel Aviv, mentre il capo dell'esercito israeliano Herzi Halevi aveva già dato istruzioni alle Forze di difesa israeliane di richiamare riservisti tra i piloti di jet da combattimento, operatori dei droni d'attacco e membri dell'aviazione.

È stato un venerdì di sangue, con raid israeliani nel sud del Libano e contro colpiti postazioni di Hamas nella Striscia di Gaza, e da quest'ultima verso Israele. Due sorelle israeliane di 15 e 20 anni di origine britannica sono state uccise in una sparatoria avvenuta nel nord della Cisgiordania, vicino all'insediamento di Hamra, mentre la madre è rimasta gravemente ferita. La tensione è alle stelle dopo l'irruzione della polizia israeliana nella moschea Al Aqsa, gli scontri con i fedeli palestinesi e gli arresti di massa, e a nulla sono serviti gli appelli alla de-escalation, arrivati sia da Washington che da Mosca.

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