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Russia e America oggi, "relazioni in crisi profonda". Lo scenario peggiore

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Vladimir Putin torna ad attaccare frontalmente gli Stati Uniti con cui i rapporti sono "in profonda crisi". Secondo il leader del Cremlino a portare all'attuale conflitto in Ucraina è stato il sostegno di Washington al "colpo di stato di Kiev nel 2014". Non solo, i servizi di intelligence occidentali sarebbero "coinvolti nella preparazione dei sabotaggi e attacchi terroristici avvenuti in territorio russo". Nonostante tutto Putin, durante la cerimonia di accettazione delle credenziali dagli ambasciatori stranieri, afferma che la Russia non ha "intenzioni ostili" nei confronti di alcun Paese, è "aperta al dialogo con tutti" e "non si isolerà".

Che il rapporto fra Russia e Usa sia in una "fase calda" perché " i nazisti ucraini stanno combattendo prima di tutto con armi americane" lo conferma pure il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov. Allo stesso tempo però il responsabile della diplomazia russa precisa che i contatti "devono essere mantenuti". Gli Usa dal canto loro tornano a chiedere la liberazione del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich. A tal proposito il segretario di Stato Blinken spiega di "non avere dubbi" a livello personale che l'arresto sia "illegale".

Mentre Russia e Usa proseguono nelle loro schermaglie verbali il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si reca a Varsavia dove viene accolto dall'omologo polacco Andrzej Duda. La Polonia annuncia di aver già trasferito a Kiev otto caccia Mig-29 e si prepara a fare altrettanto con altri sei. "Non c'è dubbio che tu sia una persona eccezionale, non hai lasciato l'Ucraina e i tuoi compatrioti. Sei un leader esemplare", le parole di Duda rivolte a Zelensky, al quale è stato conferito l'Ordine dell'Aquila Bianca, il più alto riconoscimento del Paese. Il leader di Kiev parla di una "riunione fra amici" e di un futuro dove fra i due popoli "non ci saranno confini politici, economici e - cosa molto importante - storici".

Per quanto riguarda il campo di battaglia invece Zelensky conferma che il contesto più complesso resta quella di Bakhmut ma smentisce che la città sia in mano alle forze russe. "E' la situazione più difficile su tutto il territorio del nostro Paese, ma siamo a Bakhmut e il nemico non controlla la città. Questa è la situazione a oggi", le parole del presidente ucraino che parla dell'equipaggiamento militare in arrivo dalla Polonia come capace di "cambiare la situazione" nella battaglia. Ma oltre alla difesa l'Ucraina si prepara anche al contrattacco. A confermarlo è Mikhyalo Podolyak, influente consigliere di Zelensky, secondo cui in "sei o sette mesi" le truppe ucraine "entreranno in Crimea" ed "espelleranno in toto il mondo russo". Secondo i vertici di Kiev infatti le forze armate di Mosca "non ha risorse sufficienti per mantenere la situazione".

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