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Crimea, pronti all'esplosione. Scatta il piano di Zelensky: "Distruggete il ponte di Kerch"

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Ore infuocate in Crimea mentre resta il giallo sull'esplosione registrata nei pressi di una base russa, resa nota dai media ucraini e che, secondo le autorità locali, la causa sarebbe l'abbattimento di un drone da parte della contraerea.

Dall'Ucraina è una domenica di guerra esplosiva: secondo le ultime indiscrezioni il piano di Zelensky per liberare la Crimea occupata dai russi, sarebbe quello di distruggere il ponte di Kerch, facendolo saltare in aria. Il ponte, simbolo dell'annessione russa voluta da Vladimir Putin crollò parzialmente a ottobre per l'esplosione del camion-bomba.

Il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza di Kiev Oleksiy Danilov ha pubblicato su Facebook 12 passaggi del piano previsto dall'Ucraina. Tra i punti anche un nuovo nome per Sebastopoli, la cosiddetta "città della gloria russa", su cui deciderà il Parlamento di Kiev: forse si chiamerà Akhtiar, ha suggerito Danilov.

Sempre secondo Danilov, ci sarà un meccanismo di valutazione del grado di coinvolgimento di cittadini ucraini e residenti in Crimea nel sostegno alle attività delle amministrazioni di occupazione. Un punto del documento riguarda i dipendenti pubblici, i giudici, i pubblici ministeri, i funzionari delle forze dell'ordine e altre categorie di persone che in Crimea erano sul libro paga delle autorità ucraine ma hanno lavorato per le strutture di occupazione russa dopo il febbraio 2014: se saranno riconosciute responsabilità, saranno privati della pensione o non potranno più lavorare per l'Ucraina.

Il piano prevede poi che i cittadini della Federazione Russa che  risiedono illegalmente in Crimea dalla data dell'annessione devono lasciare immediatamente la penisola entro il periodo specificato da Kiev. Quindi anche le transazioni immobiliari saranno ritenute nulle. Secondo il punto 11, dopo la liberazione della Crimea, ci sarà l'immediato rilascio di tutti i cittadini ucraini, dei tatari di Crimea e degli ucraini perseguitati dalla Federazione Russa per motivi politici dal 2014, con il risarcimento dei danni morali.

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