Usa, fiato sospeso per Trump. Slitta l'arresto? La decisione del grand jury
Donald Trump è in Florida, in attesa dell’«arresto» da lui stesso annunciato via social nel weekend, da parte delle autorità di Manhattan. Mentre New York si prepara alle possibili proteste dei sostenitori dell’ex presidente, rafforzando le misure di sicurezza, non ci sono ancora indicazioni chiare sull’imminente incriminazione del tycoon per la vicenda del pagamento sotto banco di 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels per comprarne il silenzio. Lunedì nell’ufficio del procuratore Alvin Bragg, dove siede il grand jury che sta indagando sulla vicenda, è stato ascoltato Robert Costello, un avvocato con stretti legami con l’entourage di Trump e già difensore di Steve Bannon e Rudolph Giuliani. Costello, secondo le indiscrezioni, avrebbe messo in discussione la credibilità dell’ex legale di Trump, Michael Cohen, passato da braccio destro dell’ex presidente a suo grande accusatore. Dopo la testimonianza di Costello, considerata dal campo trumpiano come un’ultima possibilità di evitare l’incriminazione, non è ancora chiaro se il grand jury convocherà ulteriori testimoni o se sia ormai prossimo a chiudere l’indagine. Non ci sono tuttavia indicazioni che la deposizione di Costello sia stata risolutiva: l’unica certezza è che è stata convocata per domani la nuova riunione del grand jury che sta valutando le accuse.
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Nel frattempo, la retorica di Trump e quella di alcuni suoi alleati repubblicani si è indirizzata sempre più contro il procuratore Alvin Bragg, democratico, accusato di fare un uso politico della giustizia. Le autorità di New York, memori dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, hanno scandagliato le chat online per monitorare eventuali minacce specifiche. Tuttavia, nonostante siano state predisposte transenne nelle zone delle possibili proteste e sia stata intensificata la sorveglianza, non ci sono ancora segnali immediati che la ‘chiamata alle armi’ di Trump sia stata raccolta. Nella mattinata di martedì, le udienze al tribunale di Manhattan sono state temporaneamente sospese per un allarme bomba, dopo una telefonata raccolta dalla polizia. Ciò ha ritardato l’inizio di un’udienza di un altro procedimento che vede coinvolto Trump e la sua azienda per una presunta frode finanziaria.
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Quella condotta da Alvin Bragg a Manhattan non è l’unica indagine contro Trump che si sta avviando a conclusione. L’ex presidente rischia l’incriminazione anche ad Atlanta e a Washington, per il suo ruolo nel tentativo di sovvertire l’esito del voto presidenziale del 2020. Sarebbe la prima volta nella storia degli Stati Uniti che un ex presidente, peraltro nuovamente candidato alla Casa Bianca, viene rinviato a giudizio. Un terreno del tutto nuovo, a conferma dell’impatto che Trump ha avuto e continua ad avere sulla politica Usa. Ma intanto è improbabile che Trump venga incriminato oggi a New York, come lui stesso aveva annunciato.