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Il patto per fermare la Cina: tre Paesi schierano i sottomarini nucleari

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Una potenza che fa paura e che costringe tutti a stare all’erta. Sottomarini a propulsione nucleare che avranno il compito di pattugliare sia il Pacifico che l’Atlantico: è questo il patto siglato a San Diego, in California, dagli alleati Aukus che permetterà alle flotte sottomarine di Usa, Australia e Regno Unito di cooperare. Una storica partnership con l’obiettivo di fare da contrappeso alla crescente influenza cinese nell’Indo-pacifico. Il presidente Usa, Joe Biden, e i primi ministri di Regno Unito e Australia, Rishi Sunak e Anthony Albanese, si sono incontrati nella città californiana  - dove si trova una delle più importanti basi militari della Flotta del Pacifico statunitense - e hanno annunciato le caratteristiche e le condizioni del programma, primo passo concreto del patto Aukus. 

 

 

«Gli Stati Uniti hanno salvaguardato per decenni la pace, la stabilità e la prosperità in tutto il mondo», ha detto Biden, che ha rivendicato la posizione degli Usa come «potenza del Pacifico» con l’autorità di difendere la libertà di navigazione nell’Indo-Pacifico. «I passi che stiamo annunciando ci aiuteranno a portare avanti questi obiettivi reciprocamente vantaggiosi nei decenni a venire». In base all’accordo, gli Stati Uniti venderanno tra i tre e i cinque sottomarini di classe Virginia all’Australia, a partire dal 2032; e per la prima volta in 65 anni condivideranno la tecnologia alla base dei loro sottomarini a propulsione nucleare con un altro Paese, consentendo all’Australia di costruire le proprie navi. I sottomarini saranno equipaggiati da marinai australiani, addestrati per farli funzionare, ma potrebbero includere anche «piloti» di Stati Uniti e Regno Unito. 

 

 

Il progetto sarà in più fasi e culminerà nella produzione da parte di Australia e Regno Unito di nuovi sottomarini a propulsione nucleare che utilizzeranno la tecnologia statunitense e saranno denominati «Ssn-Aukus». La Gran Bretagna avrà quei sottomarini pronti entro la fine degli anni ’30, mentre l’Australia, che deve ancora costruire i suoi impianti di produzione, finirà di fabbricarli negli anni ’40. L’idea è che le diverse marine statunitense, australiana e britannica possano utilizzare qualsiasi sottomarino e scambiarsi le componenti, e che le flotte possano comunicare utilizzando la stessa tecnologia. I tre leader hanno parlato sullo sfondo del massiccio sottomarino USS Missouri, che pesa 7.800 tonnellate ed è uno dei sottomarini a propulsione nucleare di classe Virginia della Marina statunitense. Questi sottomarini sono alimentati da un reattore nucleare, che consente loro di operare a velocità più elevate e trascorrere più tempo senza riemergere rispetto ai sottomarini convenzionali, che utilizzano il diesel. La Cina spaventa l’Occidente.

 

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