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Atene, l'ex ministro Varoufakis picchiato nel quartiere anarchico finisce in ospedale

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Christian Campigli
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La violenza è l'antitesi della politica. Del dialogo, del confronto, magari anche aspro. Della dialettica tra destra e sinistra. L'ennesima dimostrazione che questo elementare, basico concetto non riesce a penetrare alcune membrane cerebrali giunge dalla culla della democrazia. L'ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, come riporta questa mattina l'agenzia di stampa AdnKronos, è stato aggredito e ferito ad Atene da un gruppo di persone con il volto coperto.

L'aggressione è avvenuta ieri sera nella capitale greca: il politico di opposizione è stato avvistato da un gruppo di circa venti persone mentre stava entrando in un ristorante, secondo quanto riportato oggi da diversi media greci. Lo stavano attendendo un gruppo di sostenitori del suo partito, Mera25. Il quartiere di Exarchia, il rione nel quale si trova il locale, è una delle basi storiche del movimento anarchico greco. Nel 2015, Varoufakis era stato vittima di un'aggressione analoga fuori dall o stesso ristorante dove è avvenuto questo episodio. In un primo momento, il sessantunenne è stato solo, si fa per dire, insultato dalla strada. Varoufakis aveva mantenuto la calma, non aveva replicato agli improperi e, anzi, si era rapidamente recato nei pressi della porta del locale.

Purtroppo l'ex ministro è stato però bloccato, fisicamente, e alcuni malviventi, incappucciati, lo hanno attaccato, gettato a terra, preso a calci e colpito in faccia. Varoufakis ha subito una frattura al naso ed è stato prontamente portato in ospedale, dove è stato curato.

“Grazie al nostro personale sanitario greco per avermi curato. Grazie a tutti per la vostra solidarietà. Rimaniamo concentrati: piangiamo le cinquantasette vittime della privatizzazione delle ferrovie. Sosteniamo le manifestazioni giovanili spontanee, la più grande speranza che la Grecia possa cambiare. Ci vediamo alle manifestazioni”, ha scritto lo stesso Varoufakis sul suo profilo Twitter. Quanto ai suoi aggressori, “non erano anarchici, di sinistra, comunisti o membri di alcun movimento. Delinquenti a pagamento erano, del tutto identici a quelli che invocavano maldestramente la bugia che avevo svenduto alla troika. Non lasceremo che ci dividano”.

 

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