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Ucraina, attacco a Bryansk: la Russia denuncia "i sabotatori ucraini". Blinken-Lavrov insieme al G20

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Il Cremlino accusa "sabotatori ucraini" di avere sconfinato nell'ovest della Russia, nella regione di Bryansk, e di avere aperto il fuoco sui civili provocando 2 morti. Nuove accuse che giungono all'indomani della denuncia, sempre da parte del Cremlino, secondo cui Kiev avrebbe lanciato droni in territorio russo, uno dei quali sarebbe arrivato a 100 chilometri da Mosca. Un "attacco terroristico", così il presidente russo Vladimir Putin, che ha dovuto cancellare un viaggio nel sud della Russia, ha definito i fatti di Bryansk, puntando il dito contro militanti "neonazisti" che avrebbero "visto un'auto di civili, con a bordo bambini, e hanno sparato su di loro". Secondo l'Fsb, cioè gli 007 russi, la situazione è poi rientrata e i "nazionalisti ucraini" sono stati respinti oltre confine.

Le circostanze esatte non sono chiare, compreso quale potrebbe essere lo scopo strategico di un tale attacco. Se venisse confermato, sarebbe un'altra indicazione, dopo gli attacchi con i droni, che Kiev potrebbe intensificare la pressione contro Mosca esponendo le debolezze difensive russe, mettendo in imbarazzo il Cremlino e seminando disagio tra i civili russi. L'attacco è stato rivendicato da un gruppo che si fa chiamare Corpo volontario russo, che in un video che esortava i russi a ribellarsi ha affermato di aver attraversato il confine, ma senza spiegare quali azioni avesse intrapreso o quali obiettivi specifici volesse raggiungere. Il Corpo dei volontari russi si è descritto come "una formazione di volontari delle Forze armate dell'Ucraina", ma non si sa molto del gruppo e non è chiaro se abbia legami con l'esercito ucraino.

I fatti di Bryansk avvenivano mentre in India era in corso la riunione dei ministri degli Esteri del G20, che si è conclusa senza consenso sull'Ucraina. Russia e Cina si sono rifiutate di firmare la dichiarazione finale sull'Ucraina contestando due paragrafi che erano stati tratti dalla precedente dichiarazione del G20 di Bali dell'anno scorso, che affermavano che la guerra in Ucraina stava causando immense sofferenze umane e aggravava le fragilità dell'economia globale, sostenevano la necessità di sostenere il diritto internazionale e che "l'uso o la minaccia di uso di armi nucleari è inammissibile".

A margine del G20, intanto, per la prima volta dall'inizio della guerra in Ucraina, c'è stato un breve incontro fra il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov. Un incontro di 10 minuti, hanno fatto sapere fonti Usa. Mentre Mosca si è affrettata a precisare che si è trattato di una chiacchierata "in movimento", non di un incontro, e che a chiederla è stato Blinken. Secondo la versione filtrata da fonti Usa, Blinken ha sollevato con Lavrov tre punti: che gli Stati Uniti sosterranno l'Ucraina nel conflitto per tutto il tempo necessario a porre fine alla guerra, che la Russia dovrebbe revocare la sua decisione di sospendere la partecipazione al trattato nucleare New Start e che Mosca dovrebbe rilasciare l'americano Paul Whelan detenuto in Russia. A Lavrov ho detto che deve "impegnarsi in un'azione diplomatica significativa" che possa produrre una "pace giusta", ha detto poi Blinken in conferenza stampa, aggiungendo che Mosca ha però mostrato "zero interesse" per la pace.

Sugli attacchi con i droni, intanto, Mosca ha accusato gli Usa: "I tentativi dell'Ucraina di attaccare le basi aeree strategiche russe non sarebbero stati possibili senza l'aiuto degli Stati Uniti, inclusa la fornitura di intelligence. Ne siamo consapevoli", ha detto il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov. Accusa smentita dal Pentagono: il portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, l'ha bollata come "senza senso". "Non siamo in guerra con la Russia", ha detto Ryder.

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