Conferenza Monaco, gli Usa accusano la Cina: pronta ad armare la Russia
La terza e ultima giornata della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera è stata caratterizzata indirettamente dalle schermaglie tra Stati Uniti e Cina, in particolare riguardo la questione della guerra in Ucraina. Il botta e risposta Washington-Pechino si è articolato sugli sviluppi dell’incontro avvenuto sabato, a margine della Conferenza, tra il direttore dell’Ufficio centrale per gli affari esteri del Partito comunista cinese, Wang Yi e il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Durante l’incontro, Blinken ha avvisato a Wang delle eventuali «conseguenze se la Cina fornirà sostegno materiale alla Russia o assistenza per eludere le sanzioni sistemiche». Il segretario ha spiegato che gli Usa temono che Pechino sia pronta a fornire «supporto letale» alla Russia. «Abbiamo chiarito loro che ciò causerebbe un serio problema per noi e nella nostra relazione», ha affermato Blinken, che ha anche ribadito la volontà da parte degli Usa di mantenere pace e stabilità nello Stretto di Taiwan. Pechino, successivamente, ha reso note le repliche di Wang a Blinken. Il capo della diplomazia cinese ha chiarito che non saranno tollerate imposizioni sul rapporto con la Russia, invitando gli americani a trovare una soluzione politica anziché gettare benzina sul fuoco. Inoltre, Wang ha avvisato di possibili conseguenze se Washington dovesse insistere sul coinvolgimento cinese per i cosiddetti palloni-spia.
La disputa tra Usa e Cina sembra, dunque, sembra destinata a non placarsi, almeno per il momento. In questo contesto, l’Italia è «naturalmente dalla parte degli Stati Uniti», come spiegato dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha partecipato ad un panel durante l’ultima giornata della Conferenza di Monaco. Tajani ha spiegato di accogliere favorevolmente l’iniziativa di pace da parte di Pechino, sottolineando però la necessità di valutarne i contenuti. Il ministro degli Esteri ha affrontato anche una delle tematiche principali legate alla guerra in Ucraina: la necessità di fornire munizioni a Kiev. In questo senso, Tajani ha definito un buon esempio la possibilità di utilizzare un meccanismo simile a quello adottato per i vaccini anti-Covid, come proposto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Una soluzione che dovrebbe prevedere ordini congiunti all’industria militare per accelerare la produzione. Ordini che devono aumentare così da incrementare il numero di munizioni per Kiev nel breve termine e, successivamente, per tutti i Paesi Ue. L’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Borrell ha chiesto anche lui di velocizzare e rafforzare la produzione di munizioni da fornire all’Ucraina, e ha ribadito che «certamente» Kiev farà parte dell’Ue.