Inchiesta e bufera su Auchan: “Ha rifornito l'esercito della Russia”
Il colosso francese Auchan è finito di nuovo nel mirino delle critiche da parte dell’Ucraina, dove è accusato di essere «un’arma a tutti gli effetti dell’aggressione russa». A far scattare le polemiche è stata l’inchiesta del quotidiano Le Monde secondo cui il gruppo francese avrebbe contribuito allo sforzo bellico di Mosca. Un’accusa che Auchan ha però «smentito categoricamente». «Auchan si è trasformato in un’arma a tutti gli effetti dell’aggressione russa. Ho intenzione di discuterne con il mio omologo francese» Catherine Colonna, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
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Secondo l’inchiesta che Le Monde ha condotto con The Insider e Bellingcat, dopo l’invasione russa i punti venditi di Auchan a San Pietroburgo hanno raccolto vari prodotti, inclusi vestiti, stufe a gas, asce, chiodi e sacchi a pelo, e li ha consegnati all’esercito russo. Ieri Auchan Retail, filiale del gruppo francese, ha reagito all’inchiesta smentendo le accuse che «non sono in alcun modo avvalorate dalla realtà delle nostre ricerche interne che confermano il rigoroso rispetto della normativa vigente». Kuleba, l’anno scorso, aveva già chiesto il boicottaggio di Auchan che, come Leroy Merlin, ha deciso di rimanere in Russia nonostante l’aggressione sferrata dal Cremlino, a differenza di molte altre aziende internazionali. Auchan ha una presenza di lunga data in Ucraina e Russia. Al 30 giugno 2022 gestiva 230 punti vendita in Russia e 42 in Ucraina: i due Paesi insieme, nel 2022, rappresentavano circa il 12% del fatturato del gruppo, ovvero quasi 3,6 miliardi di euro. E ora la bufera.
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