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Terremoto, in Turchia e Siria è un'ecatombe: oltre 6.200 vittime

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È salito a oltre 6.200 morti il bilancio complessivo, fra Turchia e Siria, del violentissimo terremoto che ieri ha colpito i due Paesi. È quanto emerge dai conteggi delle autorità locali e il bilancio sembra destinato a continuare a salire, dal momento che si continua a cercare sotto le macerie. In Turchia, secondo l’agenzia per la gestione delle emergenze, i morti hanno superato i 4.500 mentre i feriti sono circa 26mila. In Siria, il bilancio nelle zone controllate dal governo fornito dal ministero della Salute è di 800 morti e 1.400 feriti, mentre nel nord-ovest controllato dai ribelli il bilancio fornito dai Caschi bianchi è di almeno 900 morti e oltre 2.300 feriti. 

 

Il sisma ha provocato il crollo di migliaia di edifici,m una vera apocalisse tra Turchia meridionale e Siria. Mentre proseguono le operazioni di soccorso, difficilissime anche a causa della vastità dell'area colpita, il timore è che possano verificarsi nuove, violente scosse di assestamento. "Purtroppo è molto probabile che nelle prossime due-tre settimane ci saranno nuove scosse di assestamento piuttosto frequenti, soprattutto nelle zone vicine all’epicentro. Tipicamente però, le scosse dovrebbero ridursi col tempo, così come dovrebbe scemare la loro intensità", ha spiegato a LaPresse la dottoressa Patricia Martínez-Garzón, esperta del centro di ricerche geofisiche Gfz di Potsdam. Secondo la ricercatrice "difficilmente dovrebbe ripetersi un altro terremoto di intensità superiore a magnitudo 7, ma non possiamo escluderlo completamente". "C’è un precedente: quello del terremoto di magnitudo 7.6 del 1999 sempre in Turchia nel quale morirono 17mila persone. In quel caso, novanta giorni dopo, ci fu un’altra scossa di magnitudo 7.1", ha aggiunto. 

 

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