Germania, Scholz è con le spalle al muro: si dimette la ministra della Difesa
Aumentano le pressioni sul cancelliere tedesco Olaf Scholz, alle prese con le dimissioni della ministra della Difesa, l’incalzare dei Paesi alleati per la consegna dei carri armati Leopard all’Ucraina e le polemiche interne tra gli alleati di governo dei Verdi dopo lo sgombero del villaggio di Lützerath. Da parte sua Scholz ha assicurato di avere «le idee chiare». A cominciare dal candidato per il ruolo di nuovo ministro della Difesa. L’attuale ministra, Christine Lambrecht, confermando le indiscrezioni dei giorni scorsi, ha annunciato questa mattina le sue dimissioni. «Troppe critiche e troppe attenzioni da parte dei media», ha dichiarato Lambrecht, finita nella bufera per la sua gestione del ministero e per un contestato videomessaggio di Capodanno. Nel video pubblicato sul suo account Instagram privato Lambrecht, appena udibile, aveva parlato, tra le altre cose, della guerra in Ucraina, sullo sfondo dei fuochi d’artificio di Capodanno in una strada di Berlino, suscitando nuove richieste dell’opposizione per le dimissioni e mettendo a dura prova la pazienza degli alleati politici. A Lambrecht è stata contestata anche una comunicazione poco fortunata, a partire dall’annuncio del gennaio 2022 secondo cui la Germania avrebbe consegnato 5.000 elmetti militari all’Ucraina come «un segnale molto chiaro che siamo al vostro fianco». Pioggia di critiche anche quando la ministra ha portato con sé suo figlio di 21 anni su un volo in elicottero militare, notizia diventata pubblica quando ha postato una foto su Instagram.
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«So come dovrebbero andare le cose dal mio punto di vista. Faremo un annuncio a tempo debito», ha detto Scholz in merito al potenziale nuovo ministro della Difesa. Per questioni di parità all’interno della coalizione di governo, è possibile che sia ancora una donna ad essere scelta per il ruolo. Tra le potenziali candidate, ci sono anche Eva Högl, Commissaria militare dell’Spd e Siemtje Möller, segretaria di Stato parlamentare di Lambrecht. Scholz è chiamato a reagire immediatamente, soprattutto dopo le indiscrezioni dei media tedeschi secondo cui il Cancelliere era a conoscenza della volontà di dimettersi da parte di Lambrecht già lo scorso 3 gennaio. Un annuncio, potrebbe arrivare già martedì. Venerdì, infatti, c’è il vertice di Ramstein sugli aiuti militari all’Ucraina.
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Proprio l’impegno militare di Berlino nei confronti di Kiev, è un’altra delle questioni che Scholz è chiamato a sistemare. Alla pressione per la consegna dei carri Leopard da parte di Polonia e Finlandia, si è unita anche l’Estonia. Scholz ha ribadito che la Germania «sta già fornendo a Kiev armi molto potenti», ma è probabile che presto arrivi la decisione di Berlino sulla consegna dei moderni Leopard all’Ucraina. Intanto a Lützerath, il villaggio che sarà abbattuto per l’ampliamento di una miniera di carbone, anche gli ultimi due attivisti che occupavano il sito hanno lasciato il tunnel dove si erano barricati. L’operazione si è svolta senza incidenti, ma continuano le polemiche per le operazioni di sgombero della polizia e per l’accordo con la compagnia energetica Rwe, raggiunto anche dai Verdi. L’attivista e membro dei Verdi, Luisa Neubauer, che, insieme a Greta Thunberg, ha partecipato alla manifestazione contro lo sgombero di Lützerath, ha criticato il suo stesso partito. «Non sono sicura che la leadership dei Verdi sia attualmente a conoscenza di ciò che ha fatto», ha detto Neubauer, che ha poi condannato la gestione della protesta da parte della polizia, definendola «un’esperienza molto scioccante» per molti dei manifestanti. Eventuali «aggresioni contro i manifestanti» da parte della polizia saranno «esaminate» e, nel caso, «saranno presi provvedimenti», ha assicurato la ministra degli Interni, Nancy Faeser, che ha condannato le proteste «violente e irresponsabili» di alcuni manifestanti.
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