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Qatargate, il Parlamento europeo pronto alla rivoluzione: stretta sulle lobby e sui redditi

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«Sassoli ci insegna che non dobbiamo avere paura di prendere delle decisioni anche difficili». La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola - alla commemorazione del defunto presidente a un anno della sua scomparsa - non nomina lo scandalo corruzione del Qatargate ma il messaggio è chiaro a tutti. Per difendere l’immagine, ma anche l’integrità, del Parlamento europeo, sarà necessario prendere decisioni difficili e coraggiose. Metsola ha pronto un piano, in quattordici punti, che presenterà ai presidenti dei gruppi. Alcuni passaggi potranno essere attuati direttamente dall’ufficio di presidenza, per altri servirà un processo legislativo e richiederà in qualche caso anche l’intervento di Commissione e Consiglio perché sarà necessario adeguare il bilancio dell’Istituzione. 

 

 

Per evitare un nuovo Qatargate - che finora ha portato all’arresto dell’ex vice presidente Eva Kaili (S&d), del suo compagno nonché assistente parlamentare, Francesco Giorgi, dell’ex eurodeputato di Articolo 1 (eletto con il Pd), Antonio Panzeri e alla richiesta della revoca dell’immunità per gli eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella (sempre gruppo S&d) - i funzionari del Pe vogliono intervenire su diversi fronti, dal divieto degli eurodeputati di passare al lobbismo appena terminata la legislatura, alla piena trasparenza sui loro incontri e sulle loro fonti di reddito, alla stretta sulle attività di lobbisti e associazioni che ruotano attorno al Parlamento. Una delle principali modifiche proposte prevede l’obbligo per deputati, assistenti e lavoratori di rendere conto di tutte le riunioni relative alle materie su cui legiferano, obbligo che finora si applicava solo ai presidenti delle commissioni parlamentari e ai parlamentari incaricati di redigere e negoziare ogni specifico ‘dossier’. 

 

 

Il Parlamento europeo inoltre monitorerà più da vicino chi entra nei suoi edifici, sia a Bruxelles che a Strasburgo, e per quale scopo (persino per quanto tempo) e chiederà inoltre maggiore trasparenza ai suoi deputati e lavoratori su chi incontrano e sul loro lavoro in parallelo al mandato europeo. Anche i gruppi di interesse integrati nel registro per la trasparenza, dalle imprese alle Ong, dovranno riferire pubblicamente dei loro incontri nell’Eurocamera, e ci sarà un limite di tempo per farlo per entrambe le parti. Per integrare questi requisiti, il Parlamento introdurrà un registro d’ingresso in cui tutti i gruppi di interesse dovranno «firmare» quando accedono ai locali dell’Eurocamera e dichiarare chi incontreranno, in modo che i servizi dell’istituzione possano incrociare i dati con le informazioni ottenute. Affinché le informazioni nel registro per la trasparenza possano essere verificate, il Parlamento vorrebbe dedicare più personale al processo, sebbene ciò richiederà il consenso della Commissione. L’Europarlamento vuole inoltre inasprire le regole sugli accrediti per gli ex eurodeputati, che fino ad ora godevano di badge permanente e potevano portare ospiti. Panzeri ha sempre avuto ingresso libero al Parlamento proprio grazie a questo tipo di badge. In cambio verranno creati dei permessi giornalieri facili da ottenere, in modo che gli ex deputati possano continuare ad entrare ma non senza controllo. Ovviamente non potranno più portare con loro ‘ospiti’. 

 

 

L’Eurocamera si concentrerà anche sulle attività parallele degli eurodeputati durante i loro mandati, sulle quali chiederà maggiori dettagli nei report che ciascun deputato dovrà pubblicare sul proprio sito web. Non si potrà indicare semplicemente l’incarico di «consulente», ma si dovrà specificare per che tipo di interesse si sta svolgendo la consulenza. Dovranno essere precisate tutte le fonti di reddito.  Inoltre, i deputati che si accingono ad assumere responsabilità specifiche su un ’dossier’ o delibera - i cosiddetti relatori e relatori ombra - dovranno presentare prima di essere selezionati una dichiarazione di interessi sulla normativa in discussione. Un altro dei grandi cambiamenti che Metsola sta mettendo a punto è la creazione di una politica delle cosiddette porte girevole, finora inesistente, che introddurrà il periodo di ’cooling off’ in cui non si potrà ottenere l’iscrizione al registro della trasparenza per fare lobbing. Anche la riscossione dell’indennità di fine mandato sarà legata al divieto di fare lobbing per un determinato periodo. Attualmente l’indennità di fine mandato è un mese di stipendio per ogni anno in carica (9.386,29 euro lordi) per un massimo di 24 mensilità. Non viene erogata in caso di assunzione di un incarico pubblico oppure di elezione in qualche altro Parlamento. L’operazione trasparenza prevede la creazione di una sezione nel sito del Pe in cui si saranno pubblicati i nomi degli europarlamentari sanzionati per violazioni del codice di condotta. Infine, il Parlamento europeo porrà fine a tutti i cosiddetti «gruppi di amicizia» non ufficiali con Paesi terzi che possono creare confusione tra la loro attività e posizioni e quelle ufficiali dell’istituzione attraverso la commissione per gli affari esteri o le delegazioni per i rapporti con le diverse regioni del mondo.

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