Croazia, prezzi alle stelle dopo l'arrivo dell'euro: lamentele e accuse
Una storia tristemente nota agli Italiani. E alle loro tasche. L'Euro, l'eden santificato dalla sinistra, miete un'altra vittima. Nel giro di ventiquattr'ore, con l'ingresso il 1 gennaio nella grande famiglia della moneta unica, i rincari in Croazia hanno toccato picchi del venti per cento per gli alimenti e di oltre il settanta per centro per i servizi. Il governo di Zagabria accusa i commercianti di aver introdotto aumenti ingiustificati e minaccia contromisure. Vi ricorda qualcosa? Sembra una sorta di remake di un film dell'orrore girato venti anni fa in Italia. Come ricorda questo pomeriggio l'agenzia di stampa Agi, fino al 31 dicembre 2022, un caffè in un bar croato costava otto kune. Il giorno dopo, il prezzo avrebbe dovuto assestarsi su un euro e nove centesimi, secondo il cambio fissato con la vecchia divisa. Molti croati hanno però pagato la prima tazzina dell'anno nuovo 1,2 o addirittura 1,5 euro. Ma al peggio non vi è davvero mai fine.
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Pane, burro, cioccolato e numerosi altri prodotti alimentari hanno subito rincari dal tre al venti per cento in numerose catene di distribuzione. Da un giorno all'altro. L'esecutivo di Andrej Plenkovic, sotto la crescente pressione dell'opinione pubblica, non intende però restare a guardare e ha minacciato decise contromisure, tra cui la pubblicazione di una sorta di lista nera degli esercizi che hanno speculato sull'ingresso nel club dell'euro. Le ispezioni del governo hanno riscontrato aumenti fino al dieci per cento nella ristorazione e oltre il settanta per cento nel settore dei servizi. “Non vi è alcun motivo giustificato per un tale aumento dei prezzi - ha tuonato il ministro dell'Economia, Davor Filipovic - se certe cose non tornano in ordine entro venerdì, ci sono diverse mosse che possiamo fare”.
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Una presa di posizione doverosa, supportata da una legge sul controllo dei prezzi che prevederebbe, sulla carta, multe che possono raggiungere persino i ventiseimila euro ad azienda. Peccato che la sua applicazione sia complicata. Per non dire inapplicabile. Occorre infatti provare, caso per caso, che il rincaro sia effettivamente una speculazione e non sia legato ai molteplici fattori che hanno portato a un incremento dell'inflazione in buona parte del mondo. Il rischio è che un'azione troppo frettolosa del governo apra un estenuante contenzioso legale con le associazioni di categoria dei commercianti. Anche in questo caso, una trama già vista. E un'amara conclusione alla quale i Croati, obtorto collo, dovranno adeguarsi.